A Kobarid, il ricordo della ferrovia e la cucina del ristorante Postaja Poljana - Emanuele Spader racconta le ricette slovene
Borghi d'Europa realizza nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura, alcuni
Percorsi Internazionali nelle Terre di Confine.
In collaborazione con l'Istituto per la cultura slovena, hanno preso forma in questi ultimi tre anni,
alcuni itinerari che hanno legato le Valli del Natisone a Kobarid (Caporetto), in Slovenia.
Come non ricordare il Percorso sulle Ferrovie Dimenticate, che ha portato giornalisti e comunicatori
al Ristorante Postaja Poljana a Robic di Kobarid,per parlare della
FERROVIA A SCARTAMENTO RIDOTTO
CIVIDALE- CAPORETTO (1916- 1932)
Negli anni tra il 1916 e il 1932 in questa valle scorreva la
linea ferroviaria a scartamento ridotto (scartamento: 750
mm), che collegava Cividale a Caporetto.
Nel 1915, durante le Prima Guerra Mondiale, la linea del
fronte tra le forze italiane e quelle austro-ungariche si
arrestò sull’ Isonzo. Il collegamento stradale da Cividale a
Caporetto via Robis
non riusciva a smaltire il passaggio dei rifornimenti
necessari alla zona delle operazioni del Fronte isontino,
pertanto la Società Veneta nel 1915 iniziò la costruzione di
una linea ferroviaria a scartamento ridotto da Barbetta,
alla periferia orientale di Cividale (dove fu allestito un vasto
deposito merci), per la Valle del Natisone attraverso Robis
fino a Susida (Sužid) vicino a Caporetto, al riparo dall’ artiglieria austro- ungarica. Nel 1916 la ferrovia
fu potenziata
e fino alla fine della prima guerra mondiale venne utilizzata
esclusivamente per esigenze militari.
Alla fine della guerra la valle dell’Isonzo tornò sotto il controllo italiano, la linea– gravemente danneggiata durante l’offensiva- fu rinnovata e prolungata da Barbetta fino alla
stazione ferroviaria di Cividale e da Susida (Sužid) fino a
Caporetto. In aggiunta alle stazioni già esistenti, furono
realizzate le seguenti fermate intermedie: Šenčur (Sanguarzo), Barnas (Vernasso), Sarženta (Sorzento),
Petjag (Ponteacco) e Lipa (Tiglio); inoltre, la linea venne aperta altraffico civile dal 1.o agosto 1921.
La gestione della linea fu affidata alla società Eredi Binetti
di Cividale, che la mantenne in esercizio e si occupò della
manutenzione di tre corse al giorno in ciascuna direzione.
La lunghezza totale di questo percorso, parallelo a quello
stradale, era di 27.804 metri per un viaggio di circa un’ora
e 40 minuti.
A causa del crescere dei costi di esercizio e manutenzione e
della regolamentazione statale dei prezzi dei biglietti, ben
presto la gestione non fu più redditizia, per cui la linea ferroviaria nell’agosto del 1932 fu abbandonata
e smantellata, e la concessione del servizio di collegamento autobus tra le
località fu affidata alla società Autoservizi Rosina.
A un tiro di schioppo da qui, sull’altra sponda del Natisone,
ci sono ancora i resti della vecchia stazione ferroviaria – la
stazione Poljana (Pojana). Per conservare la memoria di
quella infrastruttura ormai soppressa, ne porta oggi il nome
il ristorante »Stazione Poljana«.
I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno fatto tappa al ristorante, perdegustare le specialità locali. Ci ricorda Emanuele Spader (Salumificio Spader di Mosnigo di Moriago della Battaglia) "La cucina di ispirazione slovena propone il frico ( formaggio arroisto e patate) ; la posirienka (polenta condita con formaggio e pancetta) e la salsiccia carniolana con contorno (salsiccia, patate brasate, senape). La salsiccia carniolana ( in sloveno kranjska klobasa; in tedesco: Krainer Wurst, dialetto triestino: luganighe de Cragno) è una salsiccia slovena molto simile a quella che è conosciuta come kielbasa o salsiccia polacca in Nord America. Nel gennaio 2015 la Slovenia l'ha inserita con successo nel registro delle indicazioni geografiche protette (IGP), nonostante le obiezioni di Austria, Croazia e Germania. "
Il sostantivo klobasa si riferisce a una piccola salsiccia generalmente servita intera, in contrasto con la salama slovena. L'aggettivo kranjska deriva dalla regione della Carniola ( Kranjska in sloveno, Krain in tedesco), ducato dell'Impero Austriaco, dove questo insaccato è nato. La prima menzione della salsiccia carniolana in tedesco si trova nel famoso libro di cucina di Katharina Prato Süddeutsche Küche (Cucina della Germania meridionale, 1896, prima edizione 1858). Il termine sloveno kranjska klobasa fu menzionato per la prima volta nella sesta edizione di Slovenska kuharica (Slovene Cookbook) di Felicita Kalinšek nel 1912.
La salsiccia carniolana contiene interamente carne di maiale di cui al massimo il 20% è pancetta. Può contenere fino al 5% di acqua, sale marino delle saline di Sicciole, poco aglio, salnitro e pepe nero. Non sono ammessi altri ingredienti. La carne deve essere tagliata in piccoli pezzi di 10–13 mm, mentre la pancetta deve essere di misura compresa tra gli 8–10 mm. Il ripieno viene insaccato nell'intestino di maiale con un diametro compreso tra 32 e 36 mm. Le salsicce sono formate in coppie tra i 12 fino a 16 cm (4,7 fino a 6,3 in) di lunghezza e un peso tra 180 e 220 grammi. Le coppie sono collegate tra loro da uno spiedino di legno. Le salsicce vengono affumicate a caldo e stagionate a circa 70°. La salsiccia viene tradizionalmente servita con pane, senape e del rafano.
Salsiccia carniolana |
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Borghi d'Europa a Caporetto
https://www.youtube.com/watch?v=UuebKKQqwWs&t=124s
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