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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

CORRIDOI VERDI PER LA TRANSUMANZA DEGLI OVINI. VERSO UN PIANO PER IL VENETO

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Confronto istituzionale stamani a Palazzo Balbi sulla proposta di elaborare una mappatura di “corridoi verdi” nel territorio del Veneto all’interno dei quali praticare senza problemi la transumanza degli ovini. L’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato ha incontrato su questi temi il Sindaco del Comune di San Giorgio in Bosco (PD) Renato Bobo Miatello, il quale ha segnalato alcuni problemi legati al passaggio delle greggi transumanti, problemi condivisi con altri primi cittadini del Veneto che negli ultimi mesi li hanno segnalati alla Regione. “Grazie all’interessamento di molti sindaci che vivono questa particolarità del pascolo in prima persona sul loro territorio – ha affermato Manzato – abbiamo preso atto delle questioni specifiche e ci avviamo a creare un piano dettagliato che delinei i “corridoi verdi” dedicati a questa attività. In collaborazione con le unità sanitarie locali, avvieremo un tavolo di lavoro che avrà l’obiettivo di redigere un piano

La transumanza

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La transumanza è la migrazione stagionale e temporanea delle greggi , delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane verso quelli delle pianure e viceversa, percorrendo le vie naturali dei tratturi . Etimologia La parola transumanza deriva dal verbo transumare, ossia: attraversare, transitare sul suolo. Il verbo è costituito dall'accostamento del prefisso latino trans che vuol dire: al di là, attraverso, e dalla parola latina humus che vuol dire suolo, terreno. Transumanza è una voce di origine semitica che indica la trasmigrazione di popoli; si chiarisce con accadico taru (andare attorno, girare, volgersi, andare e tornare), accadico ummanu (popolo, nazione, gente) e il pronome indicativo accadico anaforico ša , aramaico zi (quello). Terminologia Per descrivere le due fasi in cui si compiono gli spostamenti che danno luogo alla transumanza si usano i termini di: "monticazione" e "demonticaz

GustaTrevignano, gli appuntamenti autunnali e la Via della Lana

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GustaTrevignano, la speciale manifestazione promossa dalla Pro Loco di Trevignano, 'vira' ormai verso gli appuntamenti autunnali che prevedono la realizzazione domenica 29 settembre di una giornata agro-culturale sui temi della pastorizia presso il ristorante Le Gourmet. Sabato 5 ottobre la serata enogastronomica, dedicata alla carne di agnello, grazie alla collaborazione con l'azienda di Giuseppina Stach. L'Ufficio Stampa di GustaTrevignano ha così incontrato a Follina il Lanificio Paoletti, al fine di inserire nella manifestazione culturale la 'storia' de La Via della Lana, l'originale appuntamento che la Pro Loco di Follina ha organizzato quest'anno. "Follina deve il suo nome all'attività di ”follatura“ dei panni di lana che si diffuse qui a partire dal XII secolo grazie all'abbondanza di pascoli e corsi d'acqua. É il nome stesso del paese quindi ad evidenziare quanto l'arte della lavorazione della lana si sia radicata qui

Il Montello e la passione dei territori

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Il Cenacolo del Gusto del Montello e dei Colli Asolani della Associazione l'Altratavola, dopo le giornate di stage d'informazione a Montebelluna e dintorni ( sotto il Patrocinio della Civica Amministrazione, in occasione del VI Festival Europeo del Gusto), stà lavorando al piano di visite per la scelta delle aziende da invitare alla rassegna informativa ' L'Europa del Gusto, gli enonauti e la passione dei territori', che si svolgerà in ottobre. Oltre 20 le aziende che potranno 'raccontare' le loro storie ai giornalisti e comunicatori invitati.

La caciotta calabrese

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Prodotto con latte vaccino intero, crudo. E' un formaggio a pasta filata, peso da kg 2 a kg 3; forma ovoidale. La crosta è dura, rugosa e lucida, di colore bianco avorio. La pasta, se a lungo stagionata è friabile, scagliosa, di colore giallo oro; il sapore è dolce e burroso a media stagionatura, pronunciatamene piccante e salato a stagionatura avanzata. Il latte, vaccino e caprino, previa filtrazione, è immesso nella caldaia, portato alla temperatura di 25"“30 °C ed aggiunto il caglio in pasta di capretto. A coagulazione avvenuta, si procede alla rottura del coagulo per mezzo dello spino, fino a ridurlo in granuli della grandezza di una nocciola; si fa sostare per qualche minuto, indi si procede alla raccolta manuale del coagulo che è posto su un tavolo inclinato per spurgare del siero in eccesso e per farlo maturare. La fermentazione della cagliata avviene

La caciotta veneta

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E' la tipica caciotta veneta, il formato ridotto consente al consumatore di avere il piacere di portare in tavola una formina intera e se ritiene di prolungarne e curarne direttamente la stagionatura in un luogo fresco per poter godere la soddisfazione di avere un formaggio “su misura”, in accordo con i suoi personali gusti. La forma è tipica, con scalzo diritto di 7/8 cm e diametro di 10/12 cm, la crosta è leggermente puntinata di colore bianco panna o leggermente paglierino. La pasta è compatta con rada occhiatura di colore bianco latte. Il sapore è dolce e delicato, ottimo fin dai primi giorni di vita del prodotto e diventa più persistente con l’aumentare della  stagionatura: una piccola bontà che trova il suo posto sulla tavola di ogni giorno. Oltre la classica Caciotta Nostrana, dal gusto neutro, sono altrettanto caratteristiche e gustose le caciotte aromatizzate nei g

Caciotta Sarda

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ORIGINE: Sardegna ZONA PRODUZIONE: tutte le province della regione. ABBINAMENTO: da consumare al naturale con insalate o utilizzata come ingrediente per primi e secondi piatti, si accosta a vini bianchi freschi e leggeri. La Caciotta Sarda è un formaggio saporito sottoposto a stagionatura limitata. Il latte utilizzato è quello di pecora di razza sarda, fatto scaldare e poi coagulare con caglio di vitello. Una volta che la cagliata è stata rotta in piccoli grani, la massa casearia viene sgrondata e suddivisa in appositi stampi che agevolano la separazione del siero dalla parte solida. Le forme ottenute sono poi salate in bagno di salamoia. Dopo una breve maturazione inizia la stagionatura vera e propria che si protrae per un mese circa. Al termine del periodo di affinamento la Caciotta Sarda si presenta con crosta di colore bianco o giallo tenue, pasta color latte di media consistenza e talvolta provvista d

CACIOTTA AL RAMANDOLO

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Produttore: PEZZETTA SRL Caciottina lavorata esclusivamente a latte crudo. Prodotta con solo latte, caglio e sale, viene inizialmente stagionata per circa 10-15 giorni a 13-15 gradi circa. Successivamente viene immersa ad affinare in tini e ricoperta da nobili vinacce di Ramandolo. I tini vengono sigillati. Dopo circa 10-12 giorni l'affinamento è completato, i tini vengono aperti e il formaggio viene grossolanamente ripulito delle vinacce che lo ricoprono. Viene lasciato ancora una settimana per una leggera asciugatura e ossigenazione in cantina e, infine confezionato sottovuoto. Si presenta con una forma irregolare, dovuta all'affinamento. Anche la crosta può presentare delle corrugazioni dovute alla fermentazione della vinaccia. La crosta è di color giallo pallido, cosi come la pasta, con occhiatura evi

La caciotta romana

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Caciotta romana Trattandosi di un formaggio piuttosto fresco e prodotto un pò dappertutto, il nome è una diretta emanazione di cacio, il termine di origine latina utilizzato fino all’Ottocento per indicare il formaggio. La Caciotta è un formaggio a pasta molle prodotto, in genere, con latte ovino o con latte di altre specie (capra, vacca e bufala) e perfino con latte misto ovino e caprino. Il latte di partenza può essere crudo o pastorizzato. In quest’ultimo caso il latte viene inoculato con fermenti lattici.Per la coagulazione, la temperatura si porta a 39°C e si aggiunge caglio liquido di vitello. La cagliata è pronta dopo circa 35 minuti. Con uno spino o una spannarola si esegue quindi la rottura fino ad ottenere dei granuli delle dimensioni di una nocciola. A questo punto vi può essere una semicottura a 40-42°C per 10-15 minuti qualora si desideri protrarre la stagionatura. In caso contrario, si l

Caciotta di Urbino DOP

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La caciotta di Urbino, tutelata dal 1982 dalla denominazione di origine protetta, è un formaggio a pasta friabile prodotta con latte di pecora intero per il 70-80 per cento e con latte vaccino, derivato da due mungiture giornaliere con l'aggiunta di lieviti nobili e di caglio. È un classico formaggio da tavola da gustare preferibilmente fresco per conservare la delicatezza del sapore di latte che gli conferisce una sfumatura tendente al dolce.

La caciotta di capra siciliana

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Una piccola forma di gusto La Caciotta Caprina è un formaggio a pasta semidura ottenuto dalla lavorazione del formaggio di capra . Il formaggio è solitamente venduto in forme cilindriche alte 5 centimetri, del diametro di 7. Il peso di ogni forma di Caciotta Caprina è di circa 200 grammi. Produzione La Caciotta Caprina si ottiene facendo coagulare il latte di capra termizzato, ad una temperatura di 34-35°. Successivamente la cagliata viene rotta prima grossolanamente e poi, dopo averla fatta riposare per una decina di minuti, ridotta in granuli della grandezza di un fagiolo. Il latte coagulato si separa dal siero e si ripone nei canestrini dove viene lasciata per diverse ore. Una volta rassodata, la cagliata viene salata a secco manualmente e messa a stagionare per un periodo non inferiore alle tre settimane. Sapore forte e deciso La Caciotta di Capra è un formaggio dal gusto molto forte, arricchito da note di vegetazione selvatica . Il retrogus

Caciotte d'Italia

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da taccuinistorici.it Termine generico che indica un formaggio a pasta molle semicotta, di piccole o medie dimensioni, con caratteristica forma cilindrica. Prodotto caseario realizzato con qualsiasi tipo di latte, anche se in origine era esclusivamente derivato dal latte di pecora, può essere proposto sia fresca che semistagionato. Quante caciotte esistono in Italia? Impossibile rispondere perché sono davvero tante. Ad accomunare le loro origini ci sono il latte di pecora e il tipo di produzione, un tempo limitata ai mesi più freddi. Le più rinomate: la Caciotta al peperoncino campana, quella al tartufo o alla cipolla tipiche dell’Umbria, e le caciotte che arrivano da Emilia Romagna, Marche o Sardegna. La Caciotta Toscana, preparata con latte vaccino e una parte minore di latte ovino, fra le sue molte varianti ne prevede addirittura alcune colorate esternamente con pomodoro (anticamente si usava il sangue ovino). Nell’Agro Romano è tradizionale la produzione della Caciot

La caciotta

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La Caciotta è un formaggio italiano di latte vaccino con o senza aggiunta, in proporzioni variabili, di latte ovino e/o caprino, a pasta dura, crudo o semi-cotto, stagionato. Ha forma cilindrica, sapore dolce e leggermente acidulo, crosta sottile, rugosa, color paglierino e pasta bianca, consistente con presenza di rare occhiature. STAGIONE Tutto l'anno PROPRIETÀ NUTRITIVE I valori nutrizionali della Caciotta sono importanti per l’apporto di proteine di elevata qualità biologica, calcio altamente assimilabile e vitamine B1, B2, PP ed A. Contiene inoltre buone quantità di sodio e fosforo. La quantità di lipidi presente è variabile a seconda del tipo di caciotta ed è intorno al 30% circa.    

I formaggi del Caseificio di Tombelle (Padova)

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Alfonso e la moglie hanno dato vita in quel di Tombelle (Padova), ad un piccolo caseificio artigianale, che, utilizzando latte di alto profilo qualitativo, propone tutta una serie di formaggi 'inediti'. Mozzarelle, burrate, caciotte, caciotte con olive, noci,ecc. .... ecco le delizie del caseificio di Tombelle. In particolare le caciotte sono ottimi formaggi da tavola,che possono essere degustati al taglio, accompagnati da una buona fetta di pane cesereccio e possono essere ubsate anche per insaporare insalate fresche o come condimento di primi piatti al forno.

Alla Gastronomia Azzurra, a Padova

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Natalino Carrraro e la sua famiglia sono i protagonisti di una storia esemplare, con la gastronomia Azzurra in quel di Padova. Appena entri, lo sguardo corre sulla pasta Cocco : ecco un bel biglietto di presentazione ! Poi via, via, i piatti, le proposte stagionali interpretate con intellogenza creatività e assoluta qualità delle materie prime, l'angolo dei vini.... Insomma, tutto congiura ad una spesa .... succulenta ! La Gastronomia Azzurra è stata inserita nel percorso che la trasmissione multimediale L'Italia del Gusto stà realizzando a Padova, complice i giornalisti dell'Associazione l'Altratavola.

La storia di Vidor

Il territorio comunale, ubicato in posizione particolarmente felice sulla sinistra del Piave, fu frequentato in epoca preistorica da gruppi di cacciatori, che qui trovavano varietà di possibili prede. Per quanto riguarda l'epoca preistorica, a conferma della presenza nel territorio di uomini ed animali, abbiamo i numerosi reperti riportati alla luce: manufatti in ceramica, reperti silicei e scheletri di animali ormai scomparsi, come i mammut ed i megaceri. Le scoperte archeologiche ci aiutano a ricostruire anche l'evoluzione degli insediamenti in epoca romana, grazie al rinvenimento di una necropoli, forse originatasi per la vicinanza di un presidio o di un punto di sosta presso il fiume e presso la via Claudia Augusta Altinate, il cui tracciato correva nelle vicinanze dell'attuale territorio comunale. Nel medioevo a ridosso del Piave sorsero un porto fluv

Chiesa monumento ai caduti, Vidor

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Chiesa monumento ai caduti, Vidor – La chiesa sorge sulle rovine di un castello. Spogliata dei suoi arredi e trasformata in oratorio, la chiesa venne totalmente distrutta durante la Prima Guerra Mondiale. Le spoglie dei caduti di Vidor – Sulle sue rovine nacque la chiesa monumento ai caduti, opera del veneziano Brenno Del Giudice, interamente in stile romantico e dedicata alla Beata Vergine Addolorata. Conserva nella cripta le spoglie dei caduti di Vidor. La facciata del tempio è decorata con la statua della vittoria alata dello scultore veneziano Martinuzzi. Così chiamato perché attorno all’anno 1100 fu costruito sulla sua sommità un castello che fu di proprietà prima dei Conti da Vidor poi acquistato nel 1246 da Ezzelino da Romano e nel 1276 passato di proprietà al Comune di Treviso. Fu distrutto una prima volta nel 1328 da Rizzardo da Camino e Gerardaccio da Collato. Successivamente riparato dopo alterne vicende fu distrutto definitivamente nel 1510 d

Vidor - Abbazia Benedettina di Santa Bona

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La trasmissione multimediale L'Italia del Gusto, in collaborazione con il GruppoCasaPiave di Falzè di Sernaglia della Battaglia, stà realizzando una serie di puntate televisive 'da Ponte a Ponte', nel quadro delle iniziative di informazione del progetto 'Comunicare per Esistere, I percorsi della Grande Guerra'. La visita alla Abbazia di Santa Bona ( con narratori d'eccezione : la dott.ssa Sara Secco e il sindaco di Vidor Albino Cordiali), è stata una delle tappe del tour. L’abbazia fu costruita tra il 1107 e il 1110 per volere di alcuni nobili locali, che avevano partecipato alla I crociata in Terrasanta al seguito di Raimondo da Tolosa. L’abbazia venne affidata ai monaci benedettini di Pomposa , essa divenne strategica per il controllo dei guadi sul Piave e centro culturale ed economico di primaria importanza per tutta la zona. La chiesa risale al XII sec. , mentre in stile romanico sono il campanile e il chiostro ogivale c

Prosciutto Veneto Berico Euganeo DOP

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ORIGINE: Veneto ZONA PRODUZIONE: province di Padova, Vicenza e Verona. ABBINAMENTO: Da gustare come antipasto al naturale con il pane o insieme alla frutta, si abbina a vini bianchi di buona acidità, freschi e profumati, preferibilmente spumanti. Tutti i vini locali Si tratta di un prosciutto crudo tipico dell’area pedecollinare berico-euganea – al confine meridionale delle province di Padova, Vicenza e Verona – caratterizzato da un sapore particolarmente dolce. Tutta la zona è per tradizione legata all’allevamento dei suini – fino a non molto tempo indietro importante fonte di sostentamento per i contadini – e alle fasi di trasformazione e conservazione delle loro carni. Il Prosciutto Veneto è ottenuto dalla lavorazione delle cosce di suini, nati e allevati nella zona di produzione, sottoposti a un’alimentazione controllata e specifica che incide sulle caratteristiche organolettiche del prodotto finale. Il disciplinare impone che tutte le fasi del pro

La cucina padovana

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La cucina padovana è una sintesi della ricca gastronomia della vicina Venezia con la cucina padovana, più povera e semplice. Le ricette, perciò, spaziano dai piatti a base di pesce ai sapori delle carni bovine arrosto. Da ricordare è, anche, la produzione di prosciutto crudo nella zona che va dai Colli Berici a quelli Euganei che viene molto utilizzato nella cucina per insaporire e caratterizzare sughi, arrosti, verdure e antipasti. Inoltre, piatti tipici molto gustosi, sono i Tortelli di zucca dolce, il Risotto con gli asparagi o con i piselli o con il radicchio o con i Bruscandoli (cime di luppolo fresche) e, naturalmente, la polenta. Infatti, piatto tradizionale, è la "polenta fasoà" preparata con la farina di granturco bianco e accompagnata da una zuppa di fagioli. Nei secondi piatti molto gustosa è "l'Anatra all'arancia" e tutte le carni cucinate sia arrosto che alla griglia. Infine, una parte importante della gastronomia è rappresentata da

Il SottoSalone a Padova

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Al di là di ogni considerazione di carattere storico,artistico,culturale e sociale il Palazzo della Ragione ha sempre fatto leva sulla fantasia popolare per la mole imponente e per l’ampiezza della sala pensile considerata la più grande d’Europa.  Un complesso architettonicamente geniale tanto da essere definito “ll monumento più monumento di Padova" o semplicemente "Il monumento di Padova”. Padovani e stranieri, studiosi o semplici curiosi per prima cosa notano del Salone, come popolarmente e generalmente viene chiamato, la mastodontica struttura. Il grande poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe, acuto osservatore e annotatore delle emozioni che i viaggi gli sapevano suscitare, diede del Salone una definizione penetrante ed emblematica: la sala e talmente grande che difficilmente si arriva ad immaginaria anche dopo averla appena vista. Un grand’uomo padovano, Giovanni Battista Belzoni, con ancora negli occhi la visione dei grandi templi di Karnak

I percorsi del gusto a Padova

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Il Cenacolo del Gusto ' Terre di Padova' dell'Associazione l'Altratavola ha 'varato' il propriom programma di iniziative di informazione, legate al progetto 'Comunicare Per Esistere, I percorsi della Grande Guerrra'. I giornalisti e i comunicatori dell'Associazione hanno già visitato oltre 20 aziende fra Padova,Noventa e Vigonovo, al fine di costruire un itinerario del gusto ricco di inediti. Saranno oltre dieci gli stages di informazione che toccheranno la provincia padovana.

Il ritorno alla lingua madre: Gavino Ledda

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Cos’è per te la lingua? La lingua materna è una cosa, il codice linguistico è un’altra. La lingua materna è la lingua di tua madre, dei tuoi avi. Il dialetto chi ce l’ha, lo parla e lo coltiva è fortunato. In famiglia abbiamo sempre parlato in sardo, che per fortuna è ancora una lingua viva e parlata, e fino a 21 anni ho parlato sempre e solo in lingua materna. Io non sono andato a scuola e sono stato analfabeta fino a quell’età. Io ora posso dire che ho avuto la fortuna di rimanere analfabeta fino a 21 anni, può sembrare strano ma è così, perché ho potuto scolpire dentro di me la lingua materna, che è cresciuta assieme a me. Il sardo ha un suono magico, è una lingua bellissima. Non avendo fatto le scuole ho vissuto visceralmente il mio rapporto con la lingua materna, cosa che forse non hanno potuto fare quelli che sono andati fin da bambini a scuola. Poi, quando a 21 anni ho avuto la possibilità di recuperare gli anni di scuola, mi è stato possibile riflettere sulla mia

Pasubiana, piccola scuola di disegno a Tra le Rocce e il Cielo

Il Pasubio in punta di matita. Giovani artisti e fumettisti incontrano gruppi di disegnatori e appassionati e li accompagnano con escursioni sul Pasubio. Un modo diverso di vivere la montagna, con il taccuino e il lapis, si acquisiranno i ritmi nascosti del Pasubio, guardando la montagna da un aspetto diverso. A spiegarci di cosa si tratta, la sua ideatrice, Giulia Mirandola.   Che cos’è Pasubiana? Pasubiana è  un’esperienza dedicata al racconto del territorio  e nello specifico del territorio del monte Pasubio. Prevede il coinvolgimento di una coppia di illustratori e una di fumettisti che per circa 10 giorni saranno in tre residenze sul monte Pasubio. Un’illustratrice si soffermerà sugli aspetti geologico naturalistici e soggiornerà al rifugio Lancia. Un altro illustratore affronterà temi legati all’architettura e ai manufatti della Grande Guerra e soggiornerà al rifugio Papa. La coppia di fumettisti analizzerà l’aspetto antropico legato al Monte P

"Il mondo perduto" di Vittorio De Seta: intervista a Lucia Marana

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Il Festival “Tra le Rocce e il Cielo” ospiterà una rassegna documentari di Vittorio De Seta, il regista scomparso nel 2011 e di cui ricorre quest’anno il novantesimo dalla nascita. Questi documentari sono raccolti da Feltrinelli sotto il titolo “Il mondo perduto”. Vuoi parlarci un po’ di De Seta, e che cos’è questo mondo perduto di cui parla? Per parlare del mondo narrato da De Seta, bisogna prima parlare del personaggio e della sua biografia. E’ nato nel 1923 e morto nel 2011, quindi possiamo immaginarci quale spettro di vicende storiche e di mutamenti, quante realtà diverse ha potuto vedere durante questa lunga vita. Nato in Sicilia, in un contesto urbano come quello di Palermo, e di “buona famiglia”, ma la sua attività di regista è tutta mirata a “dare voce” ai pescatori siciliani, sardi e calabresi, ai minatori sardi, al mondo agro-pastorale del meridione d’Italia. Realtà marginali, e che erano già marginali quando