Il Buon Paese (Molise) - Longano, borgo in provincia di Isernia


Le prime notizie sul comune risalgono al 1269 e ne attribuiscono la proprietà alla famiglia Bucca, che ne sarebbe stata investita da Carlo I d'Angiò; da questa il feudo passò ai Capuano e alla famiglia di Andrea d'Isernia che, sul finire del XIV secolo, lo cedette ai Gaetani; i diritti furono poi trasferiti ai d'Evoli, ai Ruffo, agli Spinelli. Nella seconda metà del Quattrocento ne figurano proprietari i Galeota, poi gli spagnoli Perez all'inizio del XVI secolo; da questi il feudo passò nuovamente ai Gaetani, poi ai toscani Sommava, ai Vigliena che ne risultano proprietari nel 1670, ai Gattuccio ed infine, nel 1716, agli Zona, originari del casertano, che ne furono gli ultimi signori prima della fine del feudalesimo. Iscritta al distretto di Isernia, governo di Monteroduni, nel 1807, la comunità è sempre appartenuta al Molise. A cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo ha conosciuto il fenomeno del brigantaggio e della reazione contadina ai fermenti rivoluzionari e repubblicani: era originario di queste terre Salvatore Fiocca, uno dei più celebri e temuti fuorilegge del tempo. Dal 1928 al 1934 è stata accorpata al comune di Isernia.

Dell'antico castello non rimangono che pochissime rovine, difficilmente databili anche perché nel corso del tempo parecchio materiale lapideo è stato prelevato per l'edilizia urbana. Insieme ad alcune strutture del patrimonio urbanistico, i ruderi hanno portato taluni ad attribuire alla comunità un'origine altomedievale ma c'è chi ritiene che la costruzione del castello non sia anteriore al periodo angioino.

Dell'architettura sacra fa parte la chiesa di S. Bartolomeo Apostolo, oggetto di un consistente intervento di ampliamento durato ben 77 anni, dal 1816 al 1893.

"....dopo una fontana quasi monumentale, si deve notare per forza la chiesa a tricora di S. Rocco. Rifatta in forme neoclassiche è sicuramente più antica, come sembrerebbe dalla croce stazionaria trecentesca la cui cornice circolare e la sottostante colonnina ottagonale sono murate in una vicina casa privata. L’interno non presenta nulla di particolare oltre la base seicentesca di un’acquasantiera che oggi regge la mensa del moderno altare, ma una bascula appesa ad un braccio mobile metallico attira l’attenzione. Nella retrostante nicchia vi è la statua di S. Donato, vescovo di Arezzo, che si riconosce per la presenza ai suoi piedi di un putto che regge un fulmine. (https://www.francovalente.it/2007/09/14/longano/ )


Disegno ottocentesco della chiesa di San Rocco 

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