Cattaro (Montenegro) - Dall'antichità al Medioevo


 


 


La cattedrale di San Trifone, con alle spalle le Alpi Dinariche. Consacrata nel 1166, è di riferimento per i cattolici di Cattaro

La città venne fondata durante il periodo romano, quando era conosciuta come Acruvium. Faceva parte della provincia romana della Dalmatia, venendo menzionata per la prima volta come Ascrivium o Ascruvium nel 168 a.C.

Cattaro fu poi dotata di fortificazioni fin dal 535, quando l'imperatore romano Giustiniano fece costruire una fortezza sulla collina sovrastante la città in seguito all'espulsione dalla zona dei Goti. Con tutta probabilità una seconda città venne edificata negli immediati dintorni, in quanto l'imperatore bizantino Costantino VII, nel X secolo, allude ad una "Cattaro Bassa". La città fu saccheggiata dai Saraceni nell'840.


Nel 1002 la città fu gravemente danneggiata durante l'occupazione dei Bulgari e l'anno seguente fu ceduta alla Serbia dallo zar bulgaro Samuele, ma i cittadini insorsero spalleggiati da Ragusa. Cattaro si sottomise solamente nel 1184 al protettorato serbo, preservando intatte le sue istituzioni repubblicane ed il suo diritto di concludere trattati e dichiarare guerra.

Cattaro divenne sede vescovile già nel XIII secolo, mentre nel XIII secolo vennero fondati monasteri domenicani e francescani allo scopo di contenere la diffusione del Bogomilismo. È interessante notare che all'epoca la diocesi di Cattaro formava un unico territorio con l'arcidiocesi di Spalato. Nel XIV secolo Cattaro iniziò a rivaleggiare con Ragusa come potenza commerciale, accrescendo gradualmente la sua importanza.


Il periodo veneziano

                                                               Le Mura Veneziane

La città di Cattaro, poco prima della caduta della Serbia Moravica, temendo di essere annessa all'Impero ottomano, si rese indipendente nel 1392 decidendo di chiedere protezione ad una potenza vicina; perciò domandò ripetutamente alla Repubblica di Venezia, a partire dal 1396, di entrare nei suoi domini, ma quest'ultima per ben sette volte declinò l'invito, in considerazione dei gravosi oneri che avrebbe comportato l'annessione.

Mura veneziane di Cattaro

All'ottava richiesta, dopo aver ponderato a lungo l'impegno, nel 1420 il Senato Veneziano accolse Cattaro tra i suoi domini investendo un patrimonio ingente nella costruzione della poderosa fortificazione, ancora perfettamente conservata; ancora oggi, a Venezia, si usa dire di un'amante troppo pretenziosa "Te me costi come i muri de Cattaro".


La Repubblica di Venezia confermò gli antichi privilegi della città e ne fece sede di un Rettore e un Provveditore, incaricato dell'amministrazione della giustizia civile e criminale, nonché di un Camarlengo e Capitano, cui era affidata la riscossione delle entrate e la gestione delle finanze pubbliche. Entrambi questi ufficiali, nobili veneziani eletti dal Senato per un anno, dipendevano dall'autorità del Provveditore Generale di Dalmazia e Albania, avente sede a Zara. Dopo la caduta di Scutari in mano all'Impero ottomano, Cattaro divenne il capoluogo della cosiddetta Albania Veneta comprendente i tre distretti o reggimenti di Risano, Castelnuovo in Dalmazia e Budua nonché la comunità autonoma di Pastrovichi.

Cattaro era governata da propri statuti, i più antichi dei quali risalgono al 1301. Gli statuti veneziani furono pubblicati a Venezia nel 1606 con il titolo di Statuta et leges civitatis Cathari (it. "Statuti e leggi cittadine di Cattaro"). Il governo della città, che era di tipo aristocratico, si ispirava al modello veneziano, con un Maggior consiglio composto di soli nobili, un Minor e segreto consiglio di sei membri e un Senato (o Consiglio dei Pregati) di quindici.

Dalla riunione comune del maggiore e minore consiglio erano eletti tutti i vari ufficiali del comune, tra cui i provveditori alla sanità, i tre giudici della corte del Rettore e i provveditori alla zecca dove anche sotto il dominio veneziano continuarono ad essere coniati vari tipi di moneta diffusi nel basso Adriatico e in Albania.


La giustizia era amministrata dal Rettore, ma nelle cause civili i tre giudici locali avevano voto deliberativo, e alle loro decisioni, in virtù di un decreto del Senato veneziano del 1433 era ammesso interporre appello davanti a uno dei collegi di dottori di Padova, Vicenza, Verona o Treviso.

Il territorio del comune di Cattaro confinava con l'Impero ottomano e con il Montenegro comprendendo le terre di Perasto, Dobrota e Perzagno, ognuna delle quali aveva un proprio consiglio che eleggeva le varie autorità locali.

In epoca veneziana su Cattaro si abbatterono numerose disgrazie: la città venne assediata dall'Impero ottomano nel 1538 e 1657, flagellata dalla peste nel 1572 e semidistrutta dal terremoto nel 1563 e soprattutto da quello devastante del 1667, nel corso del quale crollarono la facciata della cattedrale di San Trifone con il campanile e il palazzo del Rettore.

Il dominio veneto lasciò comunque una profonda impronta nella struttura urbana di Cattaro e nei suoi costumi. L'italiano fu la lingua usata in tutti gli atti pubblici e nell'insegnamento, soprattutto per la spinta del ceto nobiliare e della potente classe dei mercanti e capitani marittimi. Tra i letterati più famosi furono Bernardo Pima, Nicola Chierlo, Luca Bisanti, Alberto de Gliricis, Domenico e Vincenzo Burchia, Vincenzo Ceci, Antonio Zambella e Francesco Morandi. Ancora oggi la popolazione di Cattaro parla un dialetto locale che è un misto tra veneto e slavo, con la consistente presenza di termini romanzi.


Commenti

Post popolari in questo blog

La Montagna dell'informazione - Il Monte Maggiore (Ucka). in Croazia

La Via dei Norcini – Continua il viaggio del gusto del Salumificio Marescutti di Spilimbergo in Borghi d'Europa

Il Percorso Internazionale La Montagna dell'Informazione