Cattaro (Montenegro) - Il periodo austriaco e quello napoleonico

 




 

Monete napoleoniche coniate a Cattaro nel 1813


Monete napoleoniche coniate a Cattaro nel 1813

Col trattato di Campoformio del 1797 passò all'Arciducato d'Austria, ma nel 1805, con la pace di Presburgo, fu assegnata al Regno d'Italia napoleonico, ed infine annessa nel 1810 alle Province illiriche dell'Impero francese, dove divenne capoluogo di un dipartimento. Dopo il suo assedio nell'ottobre 1813 - gennaio 1814, la città fu restituita all'Impero austriaco in seguito al Congresso di Vienna (1815).

Scorcio di Cattaro nel 1912.

All'arrivo della notizia della concessione austriaca della Costituzione, il 23 marzo 1848, durante la primavera dei popoli, la popolazione si riversò per le strade acclamando all'Italia, mentre lo stesso giorno la municipalità di Cattaro votava l'annessione al Regno Lombardo-Veneto. Il vladika del Montenegro, preoccupato per queste sollevazioni, si rivolse ai bocchesi e ai ragusei (pur cittadini austriaci) affermando che qualora fosse stata dimostrata qualunque altra esaltazione per il Risorgimento italiano egli avrebbe "ridotto in cenere" e "cosparso di sangue" l'intera Dalmazia meridionale.


Contemporaneamente il vladika inviava un battaglione che con le armi allontanasse l'eventualità che l'iniziale sollevazione si tramutasse in una vera e propria insurrezione. Gli abitanti però continuarono a seguire gli eventi risorgimentali italiani tant'è che tra I Mille, che con Garibaldi salparono da Quarto alla volta della Sicilia, v'era anche Marco Cossovich, nativo di Venezia ma di famiglia e sentimento bocchese, il quale viene anche nominato, tra i pochi, da Garibaldi nella sua opera I Mille.


Come conseguenza della terza guerra d'indipendenza italiana, che portò all'annessione del Veneto al Regno d'Italia, l'amministrazione imperiale austriaca, per tutta la seconda metà del XIX secolo, aumentò le ingerenze sulla gestione politica del territorio per attenuare l'influenza del gruppo etnico italiano temendone le correnti irredentiste. Durante la riunione del consiglio dei ministri del 12 novembre 1866 l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria tracciò un progetto di ampio respiro mirante alla germanizzazione o slavizzazione dell'aree dell'impero con presenza italiana:


«Sua Maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l'influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno. Sua maestà richiama gli uffici centrali al forte dovere di procedere in questo modo a quanto stabilito.»

(Francesco Giuseppe I d'Austria, consiglio della Corona del 12 novembre 1866.)

La politica di collaborazione con i serbi locali, inaugurata dallo zaratino Ghiglianovich e dal raguseo Giovanni Avoscani, permise poi agli italiani la conquista dell'amministrazione comunale di Ragusa nel 1899. Nel 1909 la lingua italiana venne vietata però in tutti gli edifici pubblici e gli italiani furono estromessi dalle amministrazioni comunali. Queste ingerenze, insieme ad altre azioni di favoreggiamento al gruppo etnico slavo ritenuto dall'impero più fedele alla corona, esasperarono la situazione andando ad alimentare le correnti più estremiste e rivoluzionarie.


Il tentativo di istituire la coscrizione obbligatoria, effettuato e fallito nel 1869 ed infine riuscito nel 1881, causò due brevi rivolte popolari. Per quanto riguarda i dalmati italiani, etnia italiana autoctona anche di Cattaro, nel 1895 si riunirono attorno alla locale sede della Lega Nazionale. Nel censimento del 1910 si annoveravano solo 538 italiani in tutto il circondario di Cattaro. Ma scuole italiane sorsero, nello stesso periodo, a Morigno, Perasto, Petrera, Combur e La Bianca. Tuttavia, nel censimento jugoslavo del 1927, gli italiani risultavano solo 240. Quindi anche Cattaro fu coinvolta nel processo di croatizzazione della Dalmazia avvenuto durante la dominazione austroungarica.

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