I vini di Matej Skerlj : Il racconto dei vitigni autoctoni in una terra di confine.

 

Le degustazioni di Borghi d’Europa



Il Carso Triestino, un altopiano roccioso di origine calcarea tra le province di Trieste e Gorizia, è un territorio unico, ricco di storia e di cultura, caratterizzato da un terreno roccioso calcareo, percorso da crepe, fenditure, grotte, caverne, corsi d’acqua che scorrono nel sottosuolo. Un paesaggio suggestivo di grande fascino e ricco di biodiversità, influenzato dalla brezza marina e dai freddi venti di Bora. Una zona vinicola importante anche per le particolari caratteristiche del terroir che conferisce ai vini una chiara impronta. Vini prodotti con fatica, passione e tenacia dai viticoltori del Carso su suoli caratterizzati da terra prevalentemente rossa, molto ricca di minerali ferrosi, dove le radici delle viti sono costrette a penetrare in profondità nello strato di roccia alla ricerca di nutrimento.

Nel borgo carsico di Sales, frazione di Sgonico (TS), a 260 m di altitudine, luogo di ottimi vigneti, di campagne coltivate, ho incontrato Matej Skerlj che gestisce con la sorella Kristina l’omonima azienda agricola continuando una tradizione familiare tramandata di generazione in generazione. Attualmente la superficie vitata, suddivisa in piccoli appezzamenti, è di circa tre ettari. La filosofia aziendale coniuga la salvaguardia del territorio e la valorizzazione delle cultivar autoctone a bacca bianca, la Vitosvska, la Malvasia Istriana - conosciuta anche come Malvasia Friulana o Malvasia del Carso - ed il Terrano, un’antica varietà a bacca rossa quasi certamente una variante del Refosco, l’antico vino Pùcino più volte citato da Plinio.

In campagna Matej Skerlj lavora le vigne, nelle quali ci sono anche vecchie viti, in maniera naturale, “come già facevano i nonni”, senza ricorrere a trattamenti chimici; per i trattamenti antiparassitari utilizza rame e zolfo. La resa è bassa, circa 40-50 quintali di uva per ettaro, e la produzione totale è di circa 10.000 bottiglie. Nella parcella che si trova nella piccola e pittoresca località di Samatorza (che in dialetto slavo significa eremo o eremitaggio) le piante sono allevate ad alberello.

Le vinificazioni avvengono con la tecnica tradizionale della macerazione sulle bucce anche per le varietà a bacca bianca e con fermentazioni spontanee. Nella cantina scavata nella pietra i vini maturano in botti di rovere per due anni, in un ambiente naturale con umidità costante. Di recente Matej ha iniziato ad usare per la fermentazione anche speciali tini in pietra carsica di Aurisina.

Malvasia, Vitovka e Terrano vinificati in purezza, sono il risultato di lavorazioni accurate e macerazioni ben gestite, vini identitari dal carattere inconfondibile che sanno trasmettere la tipicità dell’ambiente carsico. Come mi spiega, l’acidità spiccata è dovuta alla pietra calcarea dominante del territorio, la sapidità e l’aromaticità sono favorite dal mare e dalle importanti escursioni termiche tra giorno e notte e dalla ventilazione costante assicurata dalla Bora. I fenomeni carsici inoltre permettono un veloce drenaggio delle acque.

L’obiettivo di Mateij è la preservazione della tradizione contadina con un lavoro artigianale che segue, passo dopo passo, l’intero processo produttivo dalla vigna al bicchiere. Nell’ottica di valorizzare il suo territorio e le potenzialità dei vitigni, dall’anno 2004 ha deciso di imbottigliare direttamente il vino prodotto in cantina, che prima di allora veniva venduto sfuso in damigiana o servito nell’osmizza di famiglia.

Nella parte più vecchia della casa sono stati ricavati tre appartamenti che conservano lo stile tipico del luogo, dove gli enoturisti si possono godere il territorio trascorrendo una gradevole vacanza tra natura, storia e piaceri enogastronomici.

Gli espressivi vini del Carso di Matej: il rosso Terrano, del quale erano note le virtù curative tanto da venire venduto in passato nelle farmacie come cura per l’anemia, la VitosKa - il cui nome, come ipotizzato, pare derivi da Vitovlje, piccola località di Vipacco nel Collio Sloveno - e la Malvasia Istriana si abbinano all’ottima cucina carsolina e più genericamente al patrimonio gastronomico della Cucina Triestina che Mady Fast, autrice del libro Mangiare Triestino, definisce essere “costituita dalla fusione di varie componenti che riflettono la diversità delle genti che si sono avvicendate nella nostra zona”.

Un arrivederci a Matej e Kristina Skerlj.



Antonella Pianca





In degustazione



Vitovska 2019 – Carso, Kras DOC – alc. 12% vol. – vino non filtrato

Giallo paglierino con sfumature dorate. Al naso si apre con un bouquet olfattivo molto variegato che ricorda la frutta matura: albicocca, pesca gialla, scorza di arancia; a seguire note di miele d’acacia, erbe officinali, delicate spezie e sfumature balsamiche e minerali. Il sorso è incisivo, ben bilanciato tra parti morbide e tensione fresco-sapida. Persistente, finale lungo accompagnato da una fine mineralità. Un vino con molta personalità, pregevole interprete del terroir.

Abbinamento consigliato: Risotto di crostacei e molluschi (canocchie, gamberetti, vongole, mitili, calamaretti). Ricetta dal libro Mangiare Triestino di Mady Fast.






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