Borghi della Storia - Borghi e Città di Fondazione : PREDAPPIO: RINASCERE PER LA SECONDA VOLTA

 Quando si parla di Predappio non si può non pensare a Benito Mussolini, che in effetti vi nacque il 29 luglio 1883, in un borgo rurale chiamato Dovìa: poche case in Comune di Predappio; questo evento segnò a lungo la vita del territorio.

L’insediamento più antico è l’attuale Predappio Alta, di origine romana. Proprio a questo periodo storico si può far risalire il nome Predappio, derivante dalla denominazione latina Praesidium Domini Appi, abbreviata in Pre.D.i.Appi.  Coinvolta nelle lotte fra guelfi e ghibellini in età medioevale, Predappio acquisì una rilevanza strategica grazie all’edificazione della rocca fortificata, opera di Giovanni d’Appia.



La Rocca di Predappio Alta


A causa di un processo franoso, che nel 1924 coinvolse buona parte dell'abitato, si decise l'edificazione a valle, cioè nella zona di Dovia, (dove si trovava la casa natale di Mussolini), di un nuovo centro, che prese il nome di Predappio Nuova; un luogo più sicuro, che dal 1927 assunse anche le funzioni di Capoluogo, mentre il vecchio centro abitato sulle colline continuava ad essere chiamato Predappio (oggi Predappio Alta).

Tale decisione rappresentò l’occasione per la fondazione e la costruzione nella terra natale di Benito Mussolini di un abitato rispondente in toto ai dettami dell’urbanistica e dell’architettura fasciste.
Strutturata su un sistema viario tipicamente romano, con tutte le strade secondarie parallele fra loro e perfettamente perpendicolari al viale principale, la cittadina fu organizzata intorno a due centri principali ancora oggi ben visibili: quello economico (mercato dei viveri, mercato del bestiame) e quello istituzionale della piazza su cui si affacciavano il palazzo  municipale, la chiesa parrocchiale, la sede dei servizi sanitari, la caserma dei Carabinieri e la casa del Fascio e la grande fabbrica dell’Aeronautica Caproni.

 
I maggiori architetti, che Benito Mussolini in persona chiamò a Predappio per farne la propria città di fondazione, riuscirono ad inglobare nella struttura equilibrata e razionale della cittadina i due luoghi maggiormente simbolici della sua storia recente: la casa natale di Mussolini, oggi sede di iniziative culturali di approfondimento della storia del Novecento, ed il cimitero di San Cassiano in Pennino realizzato per riunire in un unico mausoleo le tombe dei genitori di Mussolini, cioè la madre Rosa Maltoni ed il padre Alessandro, mentre a Rocca delle Camminate venne sistemato un faro che di notte inondava il territorio di luci bianche, rosse e verdi (oggi smontato).

Per accogliere i visitatori, fu progettata l’imponente “Casa del Fascio e dell’Ospitalità”, che conteneva anche l’albergo Appennino, e si crearono spazi attrezzati per il servizio alle comitive.


La ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità



Attualmente essa ospita un grande Centro di Documentazione e Ricerca, sul tema del “Totalitarismo nel ‘900”.

La nuova Predappio, fu dunque una vera e propria “città di fondazione”, termine con cui vengono identificati i nuclei urbani ed abitativi nati, non spontaneamente, ma sulla base di un preciso progetto urbanistico.

Predappio in questo novero occupa un posto d’onore: l’architettura del periodo fascista, che in gran parte si esprime stilisticamente con la lingua del razionalismo, qui si compone di insediamenti e di singoli edifici che oltretutto possiedono un’incredibile qualità edilizia, in termini sia di materiali impiegati sia di soluzioni tecnico-strutturali. 

Inutile dire che, durante tutto il periodo Fascista, Predappio divenne meta di pellegrinaggi turistici, adeguatamente organizzati dal Partito.

Nel dopoguerra queste visite si fecero ovviamente assai più episodiche, dando luogo anche a scontri più o meno violenti, che però non degenerarono. Oggi il numero di queste visite è assai diminuito, anche per la volontà della famiglia Mussolini di non aprire al pubblico la tomba del Duce, se non in rarissime occasioni.

In questi anni la cittadina vede tuttavia una rinascita legata al turismo; il carattere di queste visite non è più prevalentemente politico, ma è spinto da interessi storici ed estetici ed anche, trovandoci nel cuore della Romagna, terra di gioia di vivere per eccellenza,…. enogastronomici!

Gianluigi Pagano

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