Il Buon Paese - L'Oasi La Brussa a Caorle

 




Il nome “Oasi” è particolarmente azzeccato: infatti ci troviamo nell’Adriatico, una zona fortemente antropizzata, ma qui siamo in una vera oasi ambientale, in cui è possibile ritrovare le nostre vere radici naturali.

Ci troviamo a nord-est della laguna di Caorle, il cui territorio è caratterizzata da oltre 4 km di litorale sabbioso e da un entroterra agrario (Valle Vecchia), ottenuto mediante la bonifica delle preesistenti superfici lagunari salmastre avvenute circa un secolo fa.

L’ambiente naturale, un tempo selvaggio e paludoso, che all’inizio dello scorso millennio fu bonificato, dapprima dedicandolo all’agricoltura estensiva: dall’ ortofrutticoltura alla coltivazione di frumento ed erba medica.

Finalmente, verso la fine degli anni ’90 del secolo scorso, venne elaborato un progetto di Riqualificazione Ambientale dell’area di Valle Vecchia (la parte centrale dell’Oasi, prevedendo il riallagamento, con acque dolci e salmastre, di alcune, il contenimento dell’impatto antropico incontrollato, la forestazione, la sperimentazione all’insegna della fito-biodepurazione, nonché la valorizzazione ecoturistica ed educativa del sito, realizzando perfettamente una riconciliazione tra agricoltura di bonifica e conservazione ambientale.



Immagini da sogno

Ma, accanto agli spettacolari panorami naturali, è possibile ammirare anche le tracce dell’insediamento umano e particolarmente tipici ed interessanti, sono i “Casoni”, che

costituiscono un perfetto esempio di integrazione fra essere umano e paesaggio: utilizzati in origine come dimore fisse dalla popolazione locale, oggi sono frequentati da cacciatori e pescatori. 

I Casoni




Semplici all'esterno, appaiono simili a capanne, ma con una funzionalità estremamente elevata: se ci si sofferma a studiare il dettaglio, ci si accorge che niente è lasciato al caso; persino l'assenza di camio ha una sua motivazione, poiché le casette erano riscaldate da un unico focolare centrale scoperto e il fumo in uscita filtrava attraverso le canne palustri che formavano il tetto e le pareti. Questo metodo ingegnoso permetteva ai pescatori di asciugare in fretta le dimore bagnate in caso di temporali.

Infine vorrei ricordare che questa terra dà vita a svariate produzioni naturali di grande qualità, che vengono lavorate e trasformate in loco in deliziosi prodotti: dal frumento con i relativi prodotti, alla viticoltura, per passare agli allevamenti sostenibili e al pescato fresco.

Gianluigi Pagano

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