Il Buon Paese, un circuito fra storia e cronaca - Il dossier sull'Emilia Romagna a maggio 2023

 



 



“ Sul finire degli anni Venti, in Italia di tornava a parlare di gastronomia,in privato e in pubblico. Il successo della Scienza in cucina di Pellegrino Artusi, che non si era di certo rallentato

dopo la sua morte avvenuta nel 1911, confermava l’esistenza di un patrimonio, di un sostrato fertile di buone vivande che le massaie arricchivano inserendo fra le pagine del volume le proprie ricettine, dettate dalle amiche o trasmesse per via patrilineare. Negli anni dopo la grande guerra,la sua fama non è più confidenziale e, crescendo al di fuori delle famiglie,permette di accreditarlo nel ruolo di ‘unificatore’ delle cucine regionali. 253.000 esemplari venduti, annuncia un articolo de ‘L’Albergo in Italia’ del 1931, nel ventennale della sua scomparsa.” ( Alberto Capatti, Il Buon Paese, ne l’introduzione alla Guida Gastronomica d’Italia 1931, a cura del Touring Club Italiano e della Fondazione Italiana Buon Ricordo, pag. 7, 2003 ).

Il Touring Club Italiano fece nascere nel 1931 la Guida Gastronomica d’Italia : l’idea era stata ventilata in una adunanza del Rotare Club di Milano nella primavera del 1928, dopo una improvvisazione del conte Emilio Turati, una adesione di Ugo Ojetti ( che preparò il piano dell’opera) e l’accoglienza positiva da parte del sodalizio turistico.

La guida gastronomica del TCI viene dunque pubblicata e suscita i giusti entusiasmi. Umberto Notari, fondatore nel dicembre del 1929 della Cucina Italiana, “ …. farà un uso singolare dell’opera, di cui è bene rendere conto. In un suo libricino, immagina che Nando ex cuoco quarantenne, lanci a sette ghiottoni, ottimi borghesi una originale sfida : il Toring Club , sempre benemerito, ha pubblicato recentemente una guida gastronomia del nostro Paese che è una autentica rivelazione ; ma un conto è raccontare,un conto è degustare.Io vi propongo di fare…. Il Giro d’Italia….. a tavola”.( Op. cit., pag.22).

Detto, fatto. Gli otto amici partono in treno per un tour che durerà ben cinquantaquattro giorni.

Borghi d'Europa ha voluto ritornare all’antico, per riscoprire una Italia minore che minore non è.

Il Buon Paese è un viaggio alla scoperta delle eccellenze alimentari delle comunità locali, con lo stesso spirito pionieristico che animava Notari e i suoi amici.

In questi tempi in cui si parla tanto e a sproposito di federalismo, le iniziative di Borghi d'Europa

puntano ad informare chi informa, per restituire identità e riconoscibilità culturale ai borghi e ai territori del Belpaese.

Tutti gli incontri si svolgono in luoghi storicamente rilevanti, al fine di unire il senso del bello e del buono.

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