Percorso Internazionale le Vie del Pane – Panificio Campagnolo a Lovadina (Spresiano)


La rete Borghi d’Europa ha deciso di un creare un percorso

dedicato ai temi dei Mulini e delle Vie del Pane, tra

le grandi iniziative di informazione del progetto.

Il circuito organizza e promuove dei percorsi per mettere a confronto idee,

progetti, capaci di seguire il filo logico della valorizzazione rispettosa degli

equilibri sociali culturali e ambientali dei territori di riferimento.

Sono previsti incontri e stages di informazione nei territori, per raccontare a

giornalisti e comunicatori le storie dei borghi e delle loro culture.

Ogni ‘tappa’ tocca i luoghi, le storie, i protagonisti della filiera agroalimentare.

Il progetto è stato presentato nell’aprile del 2019 presso la sede del Parlamento

Europeo di Milano.

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d’Europa hanno visitato il

Panificio Campagnolo a Lovadina (Spresiano), inserendolo nella rete

d’informazione europea.

“ Si tratta di un itinerario culturale che coinvolge sei paesi europei e che suggerisce alcune

soste del gusto presso mulini storici e panetterie artigiane, fortemente impegnate sul versante

della qualità”,osserva Renzo Lupatin, giornalista e presidente di Borghi d’Europa.

Stefano e la sorella Stefania ci raccontano la storia di una attività che ha saputo

portare il suo spirito innovativo anche in un cibo apparentemente semplice come

 il pane.

La ricerca di tecnologie e metodi nuovi si è sviluppata insieme alla cura per la

 qualità degli

 ingredienti e una forte attenzione per il territorio.

” Ci piace la tecnologia e ci piace provare fino a quando non ci riusciamo: siamo

 convinti che sia possibile coniugare gusto e innovazione. La nostra filosofia è 

cercare sempre un modo migliore per fare il nostro lavoro “

“Tutti gli ingredienti sono certificati e selezionati in base a caratteristiche di qualità e lavorabilità in funzione degli impasti da realizzare. Utilizziamo soprattutto le farine dell’Oasi biologica del Molino Rachello” .

Prima di invitare il Panificio Campagnolo nel progetto internazionale, i giornalisti lo hanno visitato in incognito, degustando l’area della caffetteria e della pasticceria e le pizze (davvero una sorpresa ! ) .

“Il pane fresco artigianale- racconta Stefano -, ha una storia, poiché è fatto per lo più con farine che provengono dal territorio e non conosce additivi per migliorarlo, che sono necessari per reggere i processi di surgelazione e di confezionamento della grande distribuzione.

Un’altra cosa che distingue il pane industriale da quello tipico è il tipo di lavorazione e il lievito. Infatti spesso viene impiegato il lievito madre, che può essere un pezzetto di pasta della precedente lavorazione oppure un impasto a base di farina, acqua e zuccheri che, mescolati tra di loro, fermentano spontaneamente, producendo anidride carbonica, da cui la lievitazione naturale. Soprattutto un tempo, il lievito naturale era considerato un bene prezioso, e dall’impasto del giorno se ne tiene sempre da parte un pezzo che bisogna custodire e rinfrescare regolarmente, rimuovendo la crosta che si forma all’esterno e rimpastando il tutto con la nuova aggiunta di acqua e farina. Il lievito madre è considerato l’anima del pane, ciò che gli da forma e gusto.

Considerando il tempo e la lavorazione che ci vuole per realizzare il pane artigianale è certamente più costoso rispetto al pane di produzione industriale, ma ne guadagna in naturalezza e in qualità. Per esempio è più digeribile e ha un buon profumo.”

Che dire di più ?

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