Basta con le ipersemplificazioni : non giochiamo ai cow -boys!

 






Ci sono posizioni recenti dell’Unione Europea che non possono non preoccupare, perché dimostrano un desiderio infantile di ipersemplificazione della realtà, presentandola in bianco e nero.

Mi riferisco innanzi tutto al Nutriscore, un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari, pensato per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare e poi, più recentemente, alla presa di posizione contro il vino e la birra . Ambedue sottendono una visione manichea della realtà: da una parte i buoni e dall’altra i cattivi.

Per quanto riguarda il Nutriscore bisogna rilevare che anche gli alimenti “cattivi”, come ad esempio i tanto bistrattati acidi grassi saturi, presentano un ruolo chiave in una dieta sana per migliorare la salute cardiovascolare, le funzioni cognitive, la memoria e il profilo lipidico; sono ricchi di vitamina K2 che funge da spazzino delle arterie in sinergia con la vitamina D, migliorandone la funzionalità e aiutando la corretta metabolizzazione del calcio, di colina che migliora le funzioni cognitive e favorisce la produzione di serotonina che conferisce calma e serenità.

Opportunamente le indicazioni del nostro Ministero della Salute per la prevenzione dell’aterosclerosi suggeriscono invece di limitare il consumo di acidi grassi saturi, non di eliminarli!

La possibilità di separare definitivamente buoni e cattivi (nell’alimentazione come in ogni altro campo) non è che un’aspirazione infantile, quella propria dei film western, non a caso tanto amati dai bambini.

In questi film infatti si contrappongono due gruppi: i buoni (i cow boys o l’Esercito Americano) ed i cattivi: (i Pellerosse alias gli Indiani); il dramma nasce dal fatto che ci sono dei buoni anche fra i primi e dei cattivi (es. il “traditore”) fra i secondi. Ma la conclusione è sempre nel ritrovato equilibrio: i buoni trovano il giusto riconoscimento ed i cattivi muoiono o sono imprigionati.

La stessa visione manichea si trova nel Nutriscore, che si preoccupa di premiare i cibi poco calorici e condannare gli altri, senza appello! Peccato, come abbiamo detto, che anche i secondi, in giuste quantità, siano indispensabili ad una corretta alimentazione!

Altrettanto grave era la posizione dalla Commissione Beca (Beating Cancer) dell’Eurocamera su vino e birra. Grazie a Dio l’Europarlamento ha cancellati tutti i riferimenti al cancro nelle etichette! Infatti, che un eccesso di vino non faccia bene lo si sapeva, da Noè in poi, ma non si può impunemente offendere un simbolo della nostra Civiltà, amato da Anacreonte fino a Guccini e perfino da Chi fece il Suo primo miracolo a Cana!! E scusate se è poco.

Per di più queste imprudenti affermazioni europee ignorano tanti studi che dimostrano esattamente il contrario!!

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Il Bacco di Caravaggio

Incominciamo da quelli relativi al cosiddetto “paradosso francese” (il fenomeno per il quale in Francia, nonostante il relativamente alto consumo di alimenti ricchi in acidi grassi saturi, l’incidenza di mortalità per malattie cardiovascolari è relativamente bassa, inferiore rispetto ad altri Paesi dieteticamente comparabili), che farebbe pensare che una quantità moderata di vino faccia senz’altro bene, come dimostrano tante altre ricerche sul tema.

Recentemente, ad esempio, è uscito uno studio sul Lambrusco, che fa pensare ad un vero “paradosso emiliano”.

Si tratta di: “Lambrusco, Sirtuine e Nefroprotezione”, ricerca condotta da studiosi come il Prof. Dipak Das, University of Connecticut School of Medicine, USA, Dr. Alberto A.E. Bertelli, Università degli Studi di Milano, Prof. Luca Giovannini e Dr. Claudio Mannari Università di Pisa; analizzando i dati Istat tra il 1994 e il 1999, sulla mortalità per cause cardiocerebrovascolari questo studio evidenzia che in Emilia Romagna abbiamo 389 casi su 100.000 abitanti, contro i 458 delle Marche, i 500 della Toscana, i 601 della Liguria – regioni con dieta più “mediterranea” – cifra comunque notevolmente inferiore anche a quella di regioni confinanti come Piemonte e Lombardia, ove il tipo di alimentazione è abbastanza simile all’Emilia Romagna.

Ma quello che sorprende sono alcune peculiarità riscontrate nel Lambrusco, quali la presenza di antociani di tipo diverso da quelli comunemente riscontrabili negli altri vini e, soprattutto, la presenza preponderante delle cumarine rispetto alle altre classi di polifenoli – ha spiegato la dottoressa Maria Benedetta Donati, del Dipartimento di Medicina e Farmacologia Vascolare presso il Consorzio Mario Negri Sud – le cumarine che esercitano effetti anticoagulanti (in quanto antagonisti della vitamina K) ed effetti anti-infiammatori (inibitori delle prostaglandine e ‘scavenger’ – spazzini – di radicali liberi dell’ossigeno). 

Quindi molti vini, dai francesi all’italianissimo Lambrusco, accanto al temutissimo (!) alcool presentano molte caratteristiche positive!

Del resto non a caso popoli senz’altro enofili, come gli Italiani ed i Francesi, detengono la più alta speranza di vita! Ed anche i Giapponesi, che condividono questo primato, (anche se prediligono il Sakè, che comunque ha più di 15°) non si può dire che siano proprio astemi!

Quindi vorrei pregare gli illustri Commissari di non cercare scorciatoie fallaci, ma di predisporre un accurato piano di educazione alimentare, che indichi le corrette quantità di alimenti da ingerire, ed anche gli abbinamenti virtuosi, anziché …giocare ai cow-boys!

Gianluigi Pagano



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