La Montagna dell'informazione - Il Museo della Civiltà della Segale

L'Associazione Cevitou è stata inserita nei percorsi di informazione di Borghi d'Europa ancora nel lontano 2009 e partecipa oggi alle iniziative del Percorso Internazionale La Montagna dell'informazione, con l'Ecomuseo Terre del Castelmagno.

In particolare per il Percorso La Via dei Mulini  e le Vie del Pane, i giornalisti di Borghi d'Europa  hanno voluto realizzare una tappa al Museo della Civiltà della Segale..


"Il Museo della Civiltà della Segale a Sant’Anna di Valdieri non è un museo sui cereali, ma un contenitore di storie e di tradizioni che trovano nella segale il loro denominatore comune. Un racconto che conduce il visitatore fino a terre dove le case sono ricoperte di paglia, attraverso luoghi in cui il tempo è scandito dalle stagioni, dai riti propiziatori, dagli incontri serali nelle stalle. Un percorso per comprendere, in modo critico e moderno, gli equilibri che regolano il legame tra l’uomo e la montagna.

L’Ecomuseo della Segale è una rete di strutture, attività ed eventi distribuiti sul territorio, nati dalle aspirazioni e dalle conoscenze degli abitanti della Valle Gesso e cresciuti anno dopo anno grazie agli esperti, ai servizi e alle risorse messi a disposizione dal Parco naturale delle Alpi Marittime. Un percorso condiviso di recupero e valorizzazione culturale che ha trovato nella segale il suo ingrediente segreto.

Durante la prima metà del ‘900, la Nuova Osteria Batteur di Sant’Anna di Valdieri è stata un luogo di ristoro e di sosta per i viandanti diretti in Francia o in arrivo attraverso i numerosi valichi della Valle Gesso. Un crocevia di vite e persone. Oggi l’antica osteria ha riacquistato la sua connotazione di spazio d’incontro ospitando tra le proprie mura il Museo della Civiltà della Segale: non un museo sui cereali, ma un contenitore di storie e di tradizioni che trovano nella segale il loro denominatore comune. Un racconto che conduce il visitatore fino a terre dove le case sono ricoperte di paglia, attraverso luoghi in cui il tempo è scandito dalle stagioni, dai riti propiziatori, dagli incontri serali nelle stalle. Un percorso per comprendere, in modo critico e moderno, gli equilibri che regolano il legame tra l’uomo e la montagna.

La definizione e l’impostazione degli allestimenti sono state curate dagli architetti cuneesi Cristina Bollano e Paolo Peano. Con semplici strutture espositive il Museo cerca di far conoscere i molteplici coinvolgimenti della segale nelle realtà del passato e del presente partendo dalle vallate del cuneese con uno sguardo che abbraccia l’Europa e il mondo intero.

Sono state utilizzate, accanto ad attrezzature manuali di elementare dinamicità e divertenti da muovere, moderni supporti multimediali proprio per esprimere non solo attraverso i materiali e le forme, ma attraverso le stesse strutture museali, l’incontro fra presente e passato, fra valori e realtà di ieri e di oggi. I materiali tradizionali (legno e paglia di segale) e contemporanei, lavorati con linee e forme semplici e attuali, interpretano le chances della "montagna" di collaborare con contesti di vita urbanizzati, affiancandosi a questi per individuare una possibile via di forza e di semplicità. "

MUSEO DELLA SEGALE
Strada Provinciale, 2
Valdieri

Tel.:

+39 0171 976 800

Ente di gestione

Aree Protette Alpi Marittime

Piazza Regina Elena 30

12010 Valdieri (CN)

P.IVA IT01797320049


Tel. +39 0171 976800

Fax +39 0171 976815


info@areeprotettealpimarittime.it

apam@pec.areeprotettealpimarittime.it



La segale

Buona per la pancia, buona per la stalla e buona per le case


Perché la segale?

L’ingrediente segreto intorno al quale ha preso forma il progetto dell’Ecomuseo è la segale, un cereale così rustico e caparbio da resistere al clima severo delle montagne. Fino agli anni ’50, la segale ha significato nelle Alpi Marittime non solo pane, non solo paglia per la lettiera degli animali, ma anche un ottimo materiale, isolante e resistente, per la costruzione dei tetti. In altre parole, la segale era buona per la pancia, buona per la stalla e buona per le case. Indispensabile e centrale per l’alimentazione e per la vita, il prezioso cereale era alla base di quella che si può definire una vera e propria “civiltà della segale”.


Un mondo fatto di segale

La potevi trovare dappertutto, in Marittime: sulla tavola, nel letto, nella lettiera e sul tetto: la segale era onnipresente e indispensabile. Per questo è stata scelta come chiave di lettura del piccolo mondo alpino della Valle Gesso e come punto di partenza condiviso dal quale muovere per costruire un dialogo che fosse sì orientato verso il recupero delle tradizioni passate, ma anche aperto al futuro. Infatti se un tempo la segale era tutto, ancora oggi può significare qualcosa per l’economia della Valle. Il Progetto "Segale" incoraggia e aiuta chi torna a seminare questo cereale per farne farina, birra, materiali isolanti destinati alla bioedilizia, …


Il nome della segale

Il nome “segale” deriva probabilmente dal latino secare (tagliare). Seges erano infatti le messi, le biade, cioè le piante che si tagliano con la falce. In celtico esistono i termini secal, segai (sega, falce). Alcune parole italiane derivano probabilmente dal termine segale. Per esempio l’aggettivo “segaligno”, attribuito a una persona alta e magra … come uno stelo di segale!


Segale si dice in molti modi…

in provenzale bià, in francese seigle, in spagnolo centeno, in portoghese centeio, in inglese rye, in tedesco Roggen, in olandese rogge, in svedese rag. L'etimologia del termine cereale, che indica i vegetali appartenenti alla famiglia delle graminacee cui la segale appartiene insieme a frumento, orzo, avena, riso, triticale e mais, deriva dal nome latino della dea della terra, Ceres (Cerere).


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