IL cammino delle Identità - MOSSA
Mossa (Mosse in friulano standard, Mossa nella variante locale[5], Moš in sloveno[) è un comune italiano di 1 516 abitanti in Friuli-Venezia Giulia.
Geografia fisica
Il comune di Mossa ha un'estensione di poco superiore ai 6 km² e confina con i comuni di Capriva del Friuli, San Lorenzo Isontino, Farra d'Isonzo, San Floriano del Collio e Gorizia (frazione Lucinico). Posta poco più di 1 km dal confine con la Slovenia, il territorio comunale è prevalentemente pianeggiante, fatta eccezione per alcune modeste alture che superano di poco i 100 m di altitudine, e si trova nella destra orografica del fiume Isonzo a contatto con le prime propaggini del Collio.
Storia
Il nome del paese sembrerebbe derivare dal toponimo longobardo Mossau o Moos-Au ("piana muschiosa"), sebbene l’area era sicuramente abitata già nel Neolitico, come attestato dal ritrovamento di alcune asce in pietra. Nel paese sono state rinvenute anche alcune monete romane e una necropoli slava, con molti scheletri in buono stato di conservazione. La prima testimonianza scritta risale invece al 1064, in un documento relativo a una donazione fatta al duomo di Aquileia dalla contessa Hadwig (Edvige) "di Mossa", personaggio importante per la nascita della futura Contea di Gorizia, che scelse come residenza vedovile il castello di Mossa.
Nel Medioevo Mossa gode di ampia autonomia amministrativa e possiede un seggio nel Parlamento del Friuli. Tra il Duecento e il Cinquecento subisce le alterne vicende delle guerre tra il Patriarcato di Aquileia e i conti di Gorizia. Nel 1480 un grave incendio distrugge il castello: ciò spiegherebbe la costruzione di un nuovo fabbricato, più modesto del primo e per questo chiamato Cjascjelût (castelletto). Nel 1523 Mossa passa definitivamente alla contea di Gorizia e l’amministrazione è affidata a varie famiglie nobili, tra cui i Cobenzl (dal 1587) e i Codelli (dal 1759). Durante il dominio asburgico, che durerà fino al 1915, Mossa diventa un piccolo borgo rurale, con la popolazione dedita prevalentemente all'agricoltura e al piccolo artigianato. Nel 1877 una legge provinciale sancisce la prima autonomia del comune di Mossa, per distacco da quello di Lucinico a cui fino allora apparteneva.
La prima guerra mondiale segna la fine del periodo asburgico. Il 24 maggio 1915, quando l'Italia entra in guerra, il paese è subito occupato dall’esercito italiano e la popolazione mossese è costretta a trasferirsi in varie località austriache fino al termine della guerra. Con la disfatta di Caporetto il paese è riconquistato dall'esercito austro-ungarico, che lo terrà sino al ritiro definitivo dopo la battaglia di Vittorio Veneto. Dopo l’annessione all’Italia del 1918, nel 1928 il comune di Mossa è accorpato, assieme a San Lorenzo Isontino e Moraro, a quello di Capriva. Ma il paese deve ancora subire i tragici eventi della seconda guerra mondiale e del successivo governo militare alleato fino al 1947. Dopo il conflitto Mossa viene a trovarsi vicino al nuovo confine fra Italia e Jugoslavia (dal 1991 Slovenia), che corre pochi chilometri a nord del paese. Il 26 agosto 1955 Mossa riottiene l'autonomia comunale e oggi è un centro agricolo, con piccole industrie, botteghe artigiane e trattorie tipiche.
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