Terre del Sud - Taras (Taranto), la città fondata dagli spartani

 


Sullo Ionio, secondo fonti tramandate dallo storico Eusebio di Cesarea, alcuni coloni spartani fondarono la città di Taras (Taranto, 706 a.C.).

Taras (in greco antico: Τάρας) fu una delle più antiche colonie della Magna Grecia e corrisponde all'odierna Taranto. Fu fondata dagli Spartani nell'VIII secolo a.C.

Caratteristiche della città antica

Come racconta Strabone nella sua Geografia, Taranto disponeva di un porto grande ed efficiente, del perimetro di 100 stadi, e chiuso da un gran ponte. La città era situata su una penisola, a differenza di oggi, il cui suolo era poco elevato, tanto che le barche venivano facilmente trasportate per terra da una sponda all'altra della penisola stessa. Tale territorio si innalzava un po' all'altezza dell'acropoli, dove ancora oggi ci sono le colonne dell'antico tempio di Poseidone. Taranto possedeva un magnifico ginnasio, probabilmente dove ora sorge il liceo ginnasio Archita, e una piazza molto grande, probabilmente l'odierna piazza Garibaldi, su cui c'era una statua bronzea raffigurante Zeus nell'atto di lanciare un fulmine, che per le sue dimensioni (18 metri di altezza) era ritenuta la seconda statua più grande del mondo greco, superata solo dal colosso di Rodi[1]. In un'altra piazza, detta "Peripatos", letteralmente "destinato alle passeggiate", c'era un'altra statua, l'Eracle di Lisippo, che in seguito alla vittoria dei Romani sulla città, venne da essi portata sul Campidoglio da Quinto Fabio Massimo. Nella città vi era un anfiteatro che si affacciava sul mare, oggi sepolto sotto la zona di via Anfiteatro, e in cui i tarantini festeggiavano le Dionisìe, le feste in onore di Dioniso, il dio dell'ebbrezza e del vino, inoltre Taras era cinta da mura, che la proteggevano sia dagli attacchi via mare, sia via terra.


Storia

La fondazione

Colonne superstiti del Tempio Dorico

La cronologia tradizionale assegna la data della fondazione di Taranto al 706 a.C. Le fonti tramandate dallo storico Eusebio di Cesarea, parlano del trasferimento di Parteni figli di schiavi iloti e donne spartane, come coloni Sparta in questa zona per necessità di espansione o per questioni commerciali o perché di sovrappopolamento ed esclusi dalla distribuzione delle terre. Questi, approdando sul promontorio di Saturo e fissando i primi insediamenti portarono una nuova linfa di civiltà e di tradizioni. La struttura sociale della colonia sviluppò nel tempo una vera e propria cultura aristocratica, la cui ricchezza proveniva, probabilmente, dallo sfruttamento delle risorse del fertile territorio, che venne popolato e difeso da una serie di "phrourion", piccoli centri fortificati. A differenza delle altre città della Puglia (come Bari e Brindisi), Taras (Taranto) non fu annessa all'Impero romano se non centinaia di anni dopo la fondazione, anzi numerose guerre riportano eventi durante i quali l'esercito romano si ritirò sconfitto, come nella battaglia di Eraclea ad opera di Pirro.


La leggenda racconta che nell'VIII secolo a.C., l'eroe spartano Falanto divenne il condottiero dei Parteni, cioè di quel gruppo di cittadini nati durante la guerra messenica, dell'aristocrazia femminile e gli schiavi iloti al potere nella città di Sparta. Consultando l'Oracolo di Delfi prima di avventurarsi per mare alla ricerca di nuove terre, apprese che sarebbe giunto nella terra degli Iapigi, e che avrebbe fondato una città quando egli avesse visto cadere la pioggia da un cielo sereno e senza nuvole (in greco ethra).

Falanto si mise in viaggio, fino a quando giunse nei pressi della foce del fiume Tara. Dopo i primi scontri con gli Iapigi che lo videro sconfitto, addormentatosi sul grembo della moglie, ella cominciò a piangere a dirotto ripensando alle difficoltà sopportate dal marito, bagnando con le sue lacrime il suo volto. L'oracolo si era avverato, una pioggia era caduta su Falanto da un cielo sereno: le lacrime della moglie Etra. Etra è un nome la cui origine etimologica è: cielo sereno.

Sciolto l'enigma, l'eroe si accinse a fondare la sua città lì, presso l'insediamento iapigio di Saturo.


Un'altra leggenda, complementare, racconta della nascita della città ad opera di Taras, uno dei figli di Poseidone.

Circa 2000 anni prima di Cristo, Taras sarebbe giunto in questa regione con una flotta, approdando presso un corso d'acqua che poi da lui stesso avrebbe preso il nome: il fiume Tara.

Mentre sulle rive italiche dello Ionio Taras compiva sacrifici per onorare suo padre Poseidone, gli sarebbe apparso improvvisamente un delfino, segno che avrebbe interpretato di buon auspicio e di incoraggiamento per fondare una città da dedicare a sua madre Satyria o a sua moglie Satureia e che chiamò quindi Saturo, località tuttora esistente[3][4].

Un giorno Taras sarebbe scomparso nelle acque del fiume e dal padre sarebbe stato assunto fra gli eroi.


L'antica città di Taranto ebbe un grande culto per il dio Poseidone e naturalmente nella città, non poteva non essere eretto un tempio dedicato a questa divinità.

Più tardi, nel II millennio a.C., giunsero dal mare nuove popolazioni indoariane, che, attratte dalla particolare conformazione della costa, costruirono le loro case su palafitte. Un po' alla volta gli arii riuscirono a sottomettere le popolazioni locali ed a controllare tutto il territorio.

Colonne superstiti del Tempio di Poseidon


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