Percorso Internazionale I Mulini del Gusto e le Vie del Pane - Andrea Semenzin e l'Antico Forno di Caerano San Marco

 I Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa

Progetto L'Europa delle Scienze e della Cultura

Patrocinio IAI (Iniziativa Adriatico Jonica, Forum

Intergovernativo per la cooperazione regionale nella Regione Adriatico Jonica)

ed ESOF2020 Euroscience Open Forum Trieste Capitale Europea della Scienza


Percorso Internazionale I Mulini del Gusto e le Vie

del Pane e della Pizza


La rete Borghi d'Europa ha creato un percorso dedicato ai temi dei Mulini,delle Vie del Pane e delle Vie della Pizza, tra le grandi iniziative di informazione del progetto.

Il circuito organizza e promuove dei percorsi per mettere a confronto idee, progetti, capaci di seguire il filo logico della valorizzazione rispettosa degli equilibri sociali culturali e ambientali dei territori di riferimento.

Sono previsti incontri e stages di informazione nei territori, per raccontare a giornalisti e comunicatori le storie dei borghi e delle loro culture.

Ogni ‘tappa’ tocca i luoghi, le storie, i protagonisti della filiera agroalimentare.

Il progetto era stato presentato nell'aprile del 2019 presso la sede del ParlamentoEuropeo di Milano.


Il Percorso d’informazione :

La Via del Pane dell'Appennino Bolognese ; Il Mulino Natante di Revere

(Comune di Revere ) ; La Valtellina ; I Mulini del Veneto Orientale (VE);

L'Ecomuseo delle Acque del Gemonese (Friuli Venezia Giulia) ;

Il Molino Bigolin (Rossano Veneto) ; Patto di filiera della farina del Friuli

Venezia Giulia per la produzione di farine e derivati di alta qualità ma

economicamente accessibili a tutti, prodotte con

metodi sostenibili e svincolati dalle leggi di mercato ( Dolegna

del Collio) ; Croazia : Rastoke,il Villaggio dei Mulini; Austria :Villaggio dei mulini , Gschnitz ;

Canton Ticino (Svizzera) : I Mulini della Val di Muggio (Mendrisiotto);

San Marino : Il percorso degli antichi mulini di Canepa ; Slovenia : Mulino Kukovicic

Paesi partecipanti : Italia,Croazia,Slovenia,Svizzera,Austria,San Marino

Polonia

Lo Sviluppo :


  1. Realizzazione di incontri di informazione aperti alla partecipazione di

giornalisti e comunicatori ( stampa nazionale e locale), imprenditori,

testimonial del settore.

Il format prevede una scansione ad interviste, domande-

risposte. Ad ogni tappa verrà realizzata una rassegna stampa multimediale

documentata (servizi informativi online e stampa ; video multimediali, rassegna stampa)


-Visite ad aziende locali che verranno inserite nel Percorso

  • Realizzazione di materiali didattici da donare alle comunità scolastiche dei territori ‘toccati’ dal Percorso



L'Antico Forno di Andrea Semenzin a Caerano San Marco : un luogo di bontà originarie

Il Percorso Internazionale I Mulini del Gusto e le Vie del Pane, affonda le proprie radici

in visite gustose d'altri tempi, quando ancora la ricerca e la scoperta di artigiani virtuosi

era un'impresa memorabile.


Oggi tutti parlano di qualità e di eccellenza ,troppo spesso a vanvera.

Così i giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno deciso di rituffarsi nella propria storia,

per riportare a galla le ragioni di battaglie mai sopite.




L'Antico Forno di Andrea Semezin a Caerano san Marco è una delle attività che ha reso possibile

la nascita del Percorso Internazionale e che, ostinatamente, persegue la propria strada fatta di

artigianalità ed eccellenza.



Pensate un po' che da questo antico forno, escono ancora le mitiche rosette


"La michetta milanese è il pane simbolo del capoluogo meneghino: è un tipo di pane senza


mollica, vuoto all’interno, chiamato per questo anche “pane soffiato” o “pane aereo”, croccante e


utilizzato molto spesso come panino farcito proprio grazie al suo interno cavo, sia a tavola che


durante gite e pic-nic all’aperto. È riconoscibile dallo stampo a stella, o a rosa, e dalla fragrante


croccantezza dell’impasto: per la tipica forma a rosa è infatti anche noto come “rosetta”.




Il motivo della visita ad Andrea sono le ormai prossime festività pasquali, alle quali Antico

Forno dedica i suoi dolci artigianali.



La "fugassa" è uno dei dolci di Pasqua originario del Veneto, che vanta origini molto antiche.


La tradizione racconta che la focaccia veneta fu ideata da un fornaio trevigiano che in occasione


della Pasqua aggiunse all'impasto del pane altri ingredienti, come uova, burro e zucchero, tutto in quantità moderata dati i costi, ottenendo così una focaccia dolce e soffice, da regalare ai suoi clienti.


Chiamata anche "fugassin" originariamente questo era il dolce dei poveri ma con il passare


del tempo molti pasticceri lo accolsero nelle loro cucine, modificando la ricetta e rendendola


più strutturata: la focaccia veneta infatti per risultare cosi soffice vanta 4 lievitazioni.


Ogni zona o paese del Veneto applica delle varianti che lo rendono unico di posto in posto:


l'aroma varia dal marsala agli agrumi, mentre lo stampo in cui viene cotta può essere a forma


di colomba o cilindrico (tipico del panettone) e in tal caso è caratterizzata da una croce sulla


superficie. Se vi siete sempre chiesti come realizzare una colomba senza canditi, la focaccia


veneta soddisferà a pieno le vostre richieste e diventerà il piatto forte dei vostri menu di Pasqua!


Una sorpresa : Andrea Semenzin la propone in tutti i mesi dell'anno !




Le Vie del Pane -Andrea Semenzin racconta la storia del pane di segale


Annotiamo da Giallo Zafferano :


"Il pane di segale è un pane rustico ottenuto mescolando la farina di segale con la manitoba. Esistono molte varianti, forme e consistenze che si possono dare al pane di segale....

La farina di segale, oltre ad essere un alimento nutriente e sano, è molto diffusa nei paesi del nord Europa e in generale in quelli che presentano climi molto freddi, perché la segale è più resistente del grano in condizioni climatiche sfavorevoli. Con la farina di segale l'impasto acquista una consistenza più compatta rispetto a quello realizzato con la farina di grano, utilizzata per preparare il comune pane fatto in casa; inoltre conserva la morbidezza più a lungo perché si secca meno rapidamente. "

Andrea Semenzin,nume tutelare dell'Antico Forno di Caerano San Marco, racconta :

"Il pane nero, o pane di segale, è un tipo di pane di colore scuro, mangiato comunemente nelle regioni di lingua tedesca, nei paesi nordici e nei Paesi Bassi, dove viene utilizzato in modo piuttosto simile al pane bianco. Viene impastato usando la farina di segale, invece della bianca, dato che la segale è maggiormente resistente ai climi freddi tipici dei paesi montani, ma anche all'aridità.


Il pane nero in Alto Adige

Nella cucina altoatesina esistono storicamente tre variazioni di pane nero:




- il Vinschger Paarl: questo pane viene impastato usando farina di segale e grano; il panino viene ottenuto unendo due pani rotondi e piatti, da qui il nome «paarl», ovvero coppia. Di questo pane si è riscoperta la ricetta originale Ur-Paarl che era custodita dai monaci benedettini dell'Abbazia di Monte Maria, sopra Burgusio nel comune di Malles.

- il Schüttelbrot (letteralmente: pane scosso), la schiacciata tradizionale della val d'Isarco. Il nome del pane è dovuto al fatto che l'impasto a tre quarti della lievitazione viene battuto e appiattito utilizzando un'assicella di legno rotonda.

- il Pusterer Breatl della val Pusteria, si ottiene impastando farina di segale e di grano.

Questi tipi di pane sono nati come pane per poveri che veniva cotto soltanto due/tre volte l'anno e conservato al buio.


Il pane nero in Val d'Aosta




Nella cucina valdostana il pane nero ha un'importanza cruciale e viene ancora oggi prodotto e cotto nei forni a legna.

A Chamois Il pane cotto a legna viene realizzato con farina di segale, di frumento integrale e di avena.

Prima di essere infornate, le tipiche pagnotte di pane nero vengono incise in superficie con due o tre tagli netti.

Solitamente si tratta di pani da circa un chilogrammo di impasto ciascuno che, una volta cotti, vengono poi conservati in apposite rastrelliere di legno appese al soffitto. Il pane raffermo viene poi tagliato con un apposito strumento chiamato Copapan.

Al classico pane nero è possibile trovare delle varianti, ottenute inserendo nell’impasto noci, uvetta o semi di finocchio e aromi. Tra i pani dolci che rivivono va ricordata la Micòoula, pane di segale arricchito di castagne, noci, fichi secchi, uva passa e, talvolta, anche scaglie di cioccolato. Nel dialetto tradizionale micòoula significa infatti “pane un po’ più piccolo e un po’ speciale”.


Il pane nero in Valtellina


In Valtellina il pane di segale è prodotto in tre varianti:




- la ciambella del diametro di circa 15 cm e di 1,5 cm di altezza

- la Brazzadéla ossia la ciambella fatta essiccare al sole infilzandola su pioli di legno.

- la ciambella con aggiunta di anice.

In Valtellina è possibile trovare ogni giorno il pane di segale fresco oppure la Brazzadéla confezionata. Il pane di segale con l'anice è reperibile soprattutto in alta Valtellina e nella vicina Valle di Poschiavo.




"La Via del Pane" dell'Appennino Bolognese


Percorrendo la Fondovalle Savena, o per le strade di Monzuno, Monghidoro o Rioveggio è facile imbattersi in cartelli che indicano ”La Via del Pane”. E’ facilmente intuibile che si tratta di un itinerario gastronomico ma cos’è veramente?


La “Via del Pane” segue idealmente i confini delle Cinque Valli bolognesi ed è un percorso finalizzato alla promozione turistica ed alla conoscenza dei prodotti tipici del territorio. Concretamente, è un insieme di attività (agriturismi, forni, mulini ecc.) che operano per l’affermazione dell’identità territoriale. La segnaletica aiuta a seguire (in macchina o a piedi) l’itinerario attraverso i tre sentieri didattici presso i Comuni di Monzuno, Loiano e Monghidoro.


Lungo il percorso è possibile inoltre acquistare il grano presso le strutture di MontagnAmica, attingere l’acqua alle sorgenti e volendo fare il pane nei mulini. Inoltre nelle attività che fanno parte dell’Associazione è possibile acquistare i prodotti tipici dei luoghi (vino, carne, formaggi ed ovviamente il pane).



Il pane di segale delle valle alpine : la Val d'Ossola


Il pane di segale è un pane caratteristico di molte vallate alpine piemontesi, ma è maggiormente diffuso nelle valli Ossolane. Si presenta come un pane scuro, con crosta parecchio dura, non molto alto e dall’interno compatto e poco spugnoso. Alla base della preparazione c’è la farina di segale, principale cereale che tradizionalmente si coltivava in montagna. Tra i diversi cereali, infatti, la segale, in montagna è di gran lunga dominante, grazie alla sua predisposizione ai terreni magri e alla resistenza al freddo.





Nelle valli ossolane, così come in quasi tutte le vallate alpine, a seconda delle annate, quando la sopravvivenza in montagna dipendeva dall’andamento dei raccolti, il pane si faceva anche con farine diverse: frumento, miglio, orzo, granoturco, riso, castagne. In periodi di carestia, a poca farina di segale si

aggiungeva molta crusca e farine scarsamente nutrienti come quelle di saggina, di ghiande, di bacche silvestri, di vinacce, di cortecce di noci e di rovere.


Il pane di segale, o pane nero, o “pan biava” è sicuramente il pane più tipico e tradizionale dell’Ossola. Si produce ancora in alcune famiglie, e sono molti i panifici, che, in sede di recupero culturale e sull’onda delle tendenze a recuperare i prodotti tipici, hanno reintrodotto tale pane nella produzione ordinaria. Ve ne sono di tipi diversi a seconda del procedimento adottato, e soprattutto a seconda della percentuale di frumento o crusca usati, in generale però il prodotto è abbastanza omogeneo sul territorio. Il pane più tipico dev’essere comunque fatto con farina integrale.


Il limite di impiego della farina di segale è la sua scarsa “forza” in panificazione, così che le pagnotte sono poco sviluppate e relativamente piatte. È per questo che alla farina integrale di segale si preferisce aggiungere fino ad un 50% di farina di frumento.


Caratteristiche


Consistenza: morbida, alveolatura media e abbastanza regolare. Di non facile masticazione, soprattutto la crosta che risulta piuttosto spessa e che trattiene parecchia umidità.

Odore: gradevolissimo di forno e segale, deciso. colore: esternamente scuro, internamente di colore tipico grigio scuro-marrone, dipendente dalla quantità di crusca e dalla quantità di farina bianca usata.

Sapore: caratteristico del pane di segale.

Dimensioni: pagnotte rotonde, leggermente schiacciate; si produce in due pezzature da 200 e 800 g.

Metodiche di lavorazione

L’impasto si fa con farina di segale integrale (almeno il 50 %) e farina di frumento, con aggiunta di acqua, sale, lievito madre rinfrescato in più passaggi e poco lievito compresso. La tecnica non differisce dalla comune tecnica di panificazione. Per la lievitazione dovrebbe essere preferita la tecnica con pasta acida, o lievito madre, che conferisce i migliori profumi e gusti al prodotto finito, in alternativa al comune uso della biga o del lievito compresso. Dopo la preparazione dell’impasto si lascia lievitare, poi si formano le pagnotte che dopo un ulteriore lievitazione sono infornate in forno a legna o elettrico.


ZONA DI PRODUZIONE

Il pane di segale si prepara diffusamente in tutto l’ossolano.


TRADIZIONALITÀ

Il pane di segale ha indubbiamente origini antiche. La cultura Walser, che ha profondamente inciso sulle abitudini della zona, basava il suo sostentamento sulla coltura della segale e il pane che ne deriva è in linea con tale tradizione di coltivazione . Sicuramente, a testimonianza della presenza di questo prodotto nella zona di produzione, si può notare la serie di veri e propri monumenti storici costituita dai forni pubblici, nei quali a turno le famiglie procedevano alla panificazione.


I forni e le altre strutture comuni erano di grosse dimensioni, alla portata di ogni singolo nucleo familiare, per consentire lo svolgimento delle funzioni che di solito avvenivano poche, se non una sola, volte all’anno. L’uso limitato del forno, portò alle “giornate del pane”, un momento comunitario, carico di gioia ma anche di valori rituali ed augurali, da cui seguì una vera e propria cerimonia della panificazione.


La giornata del pane, o meglio, secondo la tradizione Walser “Z’bruot nacht” (notte della panificazione) e che cadeva a metà novembre, si concludeva con la sistemazione dei pani nelle apposite rastrelliere (graa) nel sottotetto (undertach), dove si serbava fino ad un anno. Annotava in proposito il Sottile che


“crescendo il freddo si fa il pane, che serve pure per l’anno intero, senza mutar giammai, egli è sano, durissimo, ottimo per asciugare gli acidi allo stomaco, e la difficoltà di rosicchiarlo ne diminuisce il consumo”.


Con metodo analogo si produceva anche il pane di segale in altre vallate alpine piemontesi come per esempio in alcune valli del cuneese, in Alta Val Chisone e in Alta Valle di Susa e lo dimostrano diverse testimonianze scritte. Tuttavia in queste valli sono rare le panetterie che lo producono ancora.


https://imulinidelgusto.blogspot.com/2023/10/le-vie-del-pane-andrea-semenzin.html


Andrea Semenzin (Antico Forno di Caerano San Marco) propone il pane con i semi di chia


Andrea Semenzin, nume tutelare dell'Antico Forno di Caerano San Marco, ha proposto all'incontro di informazione curato da Fabio Stefanon de La Bottega dei Sapori-Crai di Pederiva di Montebelluna, il pane con i semi di chia.

Oltre all'olio, anche la farina ottenuta dalla macinazione della porzione secca può svolgere un ruolo importante all'interno di varie ricette. Ad esempio, la farina di chia è utile nella formulazione di certi prodotti da forno – come il pane e i derivati – contribuendo ad aumentarne la quantità di fibra solubile, a diminuirne l'apporto energetico nonché a moderarne l'indice glicemico.”



Ad oggi, la chia viene coltivata soprattutto per i suoi semi. Questi rappresentano infatti un alimento ricchissimo di "grassi buoni", noti soprattutto per il loro potenziale nutraceutico e fitoterapico (alla stregua di vere e proprie molecole farmacologiche). La produzione della chia è dunque abbastanza interessante su più fronti: dal punto di vista nutrizionale per i consumatori, e dal punto di vista economico per i commercianti.


Dai semi della chia è possibile estrarre fino al 25-30% di olio, che tutto sommato rappresenta un'ottima resa; basti pensare che, in maniera piuttosto variabile, dalle olive si ottiene circa il 10-20% di liquido lipidico (del quale solo il 9% andrebbe a costituire il ben noto extra vergine).


La composizione dei semi è, logicamente, di tipo promiscuo; gran parte (circa il 70% del totale, rimanente dall'estrazione della porzione grassa) ha caratteristiche idrosolubili e possiede un'ottima capacità di idratazione (12 volte il suo peso a secco). Non a caso, in diluizione, i semi di chia sviluppano un composto gelatinoso che si presta alla formulazione delle note bevande tipicamente mucillaginose.


Il profilo nutrizionale pare curiosamente simile a quello di molti altri semi commestibili ben più diffusi in Italia, come i semi di sesamo e quelli di lino; ciò nonostante, nel Bel Paese, i frutti della chia rappresentano ad oggi un prodotto obsoleto, recentemente rivalorizzato dal diffondersi degli stili alimentari vegani e macrobiotici. Nel 2009, l'Unione Europea ha integrato i semi di chia tra i prodotti alimentari, permettendo così il loro utilizzo in porzione uguale o superiore al 5% anche nella formulazione del pane.



Il Molino Bigolin esiste dal 1820


“ Dal 1820 la nostra passione per il vostro piacere – commenta Enrico Bigolin-.

Il molino di Rossano Veneto esiste dal 1820 e da allora la Famiglia Bigolin ha tramandato di padre in figlio la passione nell’arte di macinare il grano.

Oggi è molto difficile produrre farine buone e naturalmente saporite come quelle che macinavano i nostri nonni perché sono cambiate le tecnologie di macinazione, sono stati introdotti additivi chimico-organici che con il grano non hanno nulla a che fare e sono infine mutate le qualità dei grani stessi e la loro genuinità.

Con una particolare macinazione unita ad un’accurata scelta e miscelazione dei migliori grani, otteniamo farine fiore naturali, controllate costantemente in laboratorio.”


Il Molino propone farine per dolci, per la panificazione,farine per pizza,farine speciali, farine per uso casalingo e macina a pietra.


Le farine per pizza


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno sperimentato le farine per pizza negli

itinerari di informazione che riguardano il Percorso Internazionale.

“ Per davvero il refrain 'la buona farina naturale'-osserva Renzo Lupatin, giornalista presidente di Borghi d'Europa-, non è uno slogan pubblicitario, ma una realtà concreta.

Tanto per fare un esempio le farine della linea “0” Pulcinella sono adatte ad impasti che richiedono tempi di lievitazione medio-lunghi (Nero, per pizze morbide e allo stesso tempo fragranti)), medi (Amaranto e Rosso, per pizze croccanti e fragranti e per pizze leggere e gragranti).”


La linea delle Farine macinate a pietra comprende la farina di grano tenero (Pulcinella Stone), la farina di farro biologico monococco Tipo2 e integrale ( con certificazione da agricoltura biologica proveniente da grani italiani),la farina di grano tenero integrale da grani italiani), la farina di grano tenero biologica Tipo1,Tipo2 e integrale (farina fiore di grano tenero con certificazione da agricoltura biologica proveniente da grani italiani con elevato tenore di priteine):


Vi è poi un'ampia scelta di farine (OV,OO,OSS,BioO,Integrale e Semi e cereali), per tutte le esigenze.


“ Ci ha interessato poi la Pulcinella Revolution, una miscela di farine adatta per pinsa,pizza in pala e pizza in teglia, proposta nella serata de Le Vie della Pizza a Vittorio Veneto,Borgo del Gusto”

Pulcinella Revolution è un’idea del Maestro Pizzaiolo Mauro Pozzer che ha creato questo pregiato mix di Farina di grano tenero di forza, Farina di Farro Monococco (il più antico dei cereali) e farina di riso, per dare più gusto e croccantezza al piatto unico più buono del mondo: La Pizza!



Infine la farina Integrale Fina o Grossa, speciale da taglio o per impasti che richiedono tempi di lievitazione medi, particolarmente indicata per pizze con più fibra ad alta digeribilità.































































I Mulini del Gusto e le Vie del Pane – Il Molino Cereser a Musile di Piave


Quando nell'aprile del 2019 Borghi d'Europa presentò il progetto per la realizzazione di 13 Percorsi Internazionali sui temi della filiera agroalimentare presso la sede del Parlamento Europeo di Milano al Palazzo delle Stelline, nessuno pensava a quali sviluppi potessero

avere nella storia delle iniziative di informazione.


Ebbene, quei 13 Percorsi hanno rinnovato nel marzo del 2024 il proprio impegno, sempre a Milano, sempre nella sede del Parlamento Europeo.


Fra questi particolarmente significativo il Percorso I Mulini del Gusto e le Vie del Pane.

La rete Borghi d'Europa ha deciso di un creare un percorso dedicato ai temi dei Mulini,delle Vie del Pane e delle Vie della Pizza, tra le grandi iniziative di informazione del progetto.Il circuito organizza e promuove dei percorsi per mettere a confronto idee, progetti, capaci di seguire il filo logico della valorizzazione rispettosa degli equilibri sociali culturali e ambientali dei territori di riferimento.Sono previsti incontri e stages di informazione nei territori,per raccontare a giornalisti e comunicatori le storie dei borghi e delle loro culture.

Ogni ‘tappa’ tocca i luoghi, le storie, i protagonisti della filiera agroalimentare. “


Una delle 'tappe' dell'itinerario aveva toccato e tocca ancor oggi il Molino Cereser a Musile di Piave.


La tradizione ed il gusto della polenta bianca

Un profumo che attraverso i nostri prodotti ci sforziamo di trasferire immutato dal campo alla tavola…per Voi!

Un perfetto connubio tra tradizione e passione è quello che contraddistingue i prodotti del MOLINO CERESER CAV. GINO, azienda veneta la cui fondazione risale al 1957.


Così quando i giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno incontrato i prodotti di casa Cereser negli scaffali del Panificio di Giuseppe Piccolo a Fossalta di Piave, si sono ricordati immediatamente dell'Azienda ed hanno invitato il Molino a partecipare al progetto

Il Cammino delle Identità, Percorsi culturali e sensoriali Europei, che accompagna le

visite gustose lungo tutto il 2025.


Fortemente legata al territorio, ai sapori ed ai valori che la caratterizzano, la nostra produzione – racconta Adriano Cereser-, si è da sempre concentrata intorno alla lavorazione di farine di mais bramate delle migliori qualità. Una garanzia data dall’impiego di mais di esclusiva provenienza veneta e friulana, da un’esperienza consolidata e dalle più attuali tecnologie. Il nostro metodo produttivo, perfezionatosi via via con gli anni, ha dato luogo ad una serie di prodotti sani e genuini che riflettono una straordinaria maestria artigianale.

Fiore all’occhiello della nostra produzione è indubbiamente la Polenta per la quale vengono usati mais semivitrei che ne conferiscono un sapore più intenso. La si trova nelle varietà bianca o gialla. Nella versione Polenta Istantanea, pronta in soli 3 minuti o nella versione Polenta Pronta, per essere affettata e cucinata alla griglia, al forno o in padella. Non ultima in ordine di importanza, la Farina Bramata di Mais nella classica confezione. A seguire le Farine di Grano Tenero ottime per i dolci, per il pane, per la pizza ecc.”


Oltre alla polenta e alle farine di mais, il MOLINO CERESER CAV. GINO propone Gnocchi e Pasta all’uovo in diversi formati. Prodotti, questi ultimi, lavorati a mano e realizzati con ingredienti di alta qualità, accuratamente selezionati.


Nel corso del 2025 verranno affrontati diversi temi.Ecco una prima indicazione :

Come si prepara la polenta

Il molino per la farina da polenta

Le varietà di Mais

La Polenta Bianca

Il Biancoperla, varietà autoctona

La polenta in cucina

Curiosità sulla polenta

La polenta nella letteratura

La polenta nella musica

La polenta nella pittura

Varietà autoctona di mais bianco : La tradizione del basso Piave




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