Budua (Montenegro) nel Percorso Internazionale Aquositas

 Budua (in montenegrino e serbo Budva/Будва, in greco antico Βούδουα/ Boúdoua) è un comune del Montenegro, nella Dalmazia meridionale sulla costa adriatica.

Budua è situata in una zona ad alta densità turistica, denominata riviera di Budua (Budvanska rivijera/Будванска ривиjера); la cittadina è inoltre ricca di memorie della sua lunga storia.

Storia

Budua in una cartolina austriaca del 1900 ca.

La città venne menzionata per la prima volta nel V secolo a.C. come insediamento illirico, anche se probabilmente era già un emporio greco fin dal X secolo a.C., con il nome di Buthoe.

Budua fu poi conquistata dai Romani e nel Medioevo fu soggetta, con alterne vicende, a varie dominazioni. In seguito divenne sede vescovile con il nome di Butua o Budua.

A partire dal 1442 la città entrò a far parte dei dominii della Repubblica di Venezia e parte della cosiddetta Albania Veneta e vi rimase fino al 1797, eccetto un breve periodo in cui fu presa con l'inganno dal corsaro Uluç Alì Pascià.

Durante il dominio veneto rafforzate le fortificazioni. Sulle porte della città sono ancora visibili i leoni di San Marco testimoni della dominazione veneziana.

Durante il periodo della Repubblica di Venezia (1442-1797) la città venne potentemente fortificata, fu costruito ed ampliato l'ardito castello e rafforzate le mura assumendo un assetto urbanistico che è rimasto immutato per cinque secoli fino ad oggi. In questo modo poté sempre opporre una valida resistenza ai numerosi tentativi turchi di impossessarsene (tra gli altri, nel 1686, nonostante le devastazioni del terremoto del 1667). Budua fu residenza di un podestà veneziano, dapprima dipendente dal Conte e capitano di Scutari e, dopo la caduta di questa città in mano agli Ottomani, dal rettore e provveditore di Cattaro.

La città era retta da un governo di tipo aristocratico, con un maggior consiglio composto di soli nobili, dal quale si eleggevano i tre giudici che assistevano il Podestà nelle cause civili, il più anziano dei quali ne faceva le veci in caso di assenza. Allo stesso consiglio spettava nominare poi gli altri ufficiali del comune: i due procuratori, i quattro deputati alla Sanità e i due Signori di notte.

Con la caduta della Repubblica di Venezia, Budua fu occupata dagli austriaci nell'estate del 1797 con il resto della Dalmazia, in seguito conobbe un'effimera appartenenza al Montenegro dal 1813 al 1814. Dopo il Congresso di Vienna la città passò all'Impero austriaco, sotto il quale rimase fino al 1918, quando fu inglobata nel Regno di Jugoslavia. Intanto nel 1828 la città aveva perso la sede vescovile, che fu soppressa. La maggior parte della sua popolazione parlava il veneto fino all'inizio del XIX secolo, secondo lo storico Luigi Paulucci nel suo libro Le Bocche di Cattaro nel 1810. La popolazione italofona calò drasticamente fino ad essere minoranza (l'8,19% nella città secondo il censimento austroungarico del 1890).[5]

Durante la seconda guerra mondiale la città fu occupata dagli italiani prima e dai tedeschi poi; nel secondo dopoguerra Budua è entrata a far parte della repubblica federata jugoslava del Montenegro, di cui ha seguito le sorti fino alla recente indipendenza.

Budua fu gravemente danneggiata da un terremoto nel 1979.

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