Le Rotte del Cagnan - El Cortiveto dei Sbiri, negli appunti di Mirko Trevisanello

 



Mirko Trevisanello, direttore de Il Nuovo Cagnan, così raccontava nella pagina  degli Amissi del Cagnan:: 

El Cortiveto dei Sbiri.

"Diciamo subito che 'El Cortiveto dei Sbiri' (sull'origine e la storia di questo nome cercate altrove!),faceva da 'terra di nessuno' al quartiere San Nicolò. Una 'no man's land', in bilico armonioso,nota per i suoi locali, le vecchie architetture e lo spiazzo che ne costituiva il motivo toponomastico.

Ora molte cose sono cambiate,anche se le architetture sono sempre quelle di sempre e la gente è cambiata essendo quella di prima 'emigrata' altrove.E' bello, direi quasi consolante, ritrovare  due locali caratteristici  opportunamente ristilizzati e gestiti  come dovrebbero essere gestiti tutti i locali seri.

Parlo della Cantinota,un locale a dir poco stravagante dove vivanda e bevanda, vuoi per ricette speciali,vuoi per talento dei conduttori, rifuggono dall'usuale routine culinaria per collocarsi prepotentemente fra le specialità della 'gourmandise' nostrana e foresta.

Gianni, che della Cantinota ha fatto un piccolo gioiello di tavolo e di mescita, chiama un suo rosè l'Amico Frizzzz.... rendendo così, nel contempo,omaggio al suo prediletto Mascagni ed estasiando palati anche difficili.

La 'Madoneta' dei nostri giovanissimi tempi è stata rinnovata, grazie al cielo e ai valenti Stefano e Agostino in meglio.La clientela si è autoselezionata : bottiglieria e birreria funzionano in commovente unisono con la sapiente piastra per 'gosoessi' caldi. La Madoneta : tutti continuano a chiamarla così,ovviamente,in quanto sarebbe per lo meno pazzesco pretendere dai trevigiani di cambiare nome a una osteria.

L'Uomo più brutto,nuovo, originalissimo 'titolo',sarà eventualmente usato dai più giovani. In fondo questo si avvia a diventare un 'loro' locale.E, perchè no ? Un cenacolo di cose ancora ben vive e sanamente operanti, malgrado tutto....



Mirko Trevisanello

Nato a Treviso nel 1924. Ha frequentato il liceo scientifico perché dal Classico è stato buttato fuori nel 1941. Leva di mare ma... finisce in una banda di allegri guerriglieri di Tito. Poi è stato ferito, si è beccato un anno e venti giorni (sic!) a letto in un ospedale da prigionieri nel Meklenburgo. Ne ha passate di tutti i colori. Figlio, nipote, pronipote di pescivendoli e pescivendolo lui stesso. Nel 1946 esce "Bassa Marea", Poesie - prefazione di Giovanni Comisso, Edizioni Canova. Poi per "Treviso l'Altra" scrive un racconto lungo. Quindi, dopo miserie e traversie varie entra nella redazione di Treviso, e poi, di Venezia, del "Diario" di G[ianni] De Michelis.
Nel 1980 esce "Mi introdusse nella casa del vino" (Storie e volti di osterie trevigiane), Edizioni Altrarea, Treviso. L'anno seguente esce "L'Eros venerando", infelice aborto editorial-tipografico. E' stato corrispondente e inviato di "Milano-Sera" dal 1949 al 1954. Ha collaborato con "Paese Sera", "Unità", "Slobodna Dalmacija" (in croato), "Lotta Partigiana", "Radio Alfa". E' stato direttore responsabile di "Venezia 7", "Cagnan", "Pagine Venete" e altre testate. 
E' stato anche  direttore responsabile dei Telegiornali di "Canale 55" emittente TV di Pordenone. ha Ha Ha collaborato anche a "Il Popolo" di Pordenone, a "Tutto Pordenone", a "Friuli 7 giorni".

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