Passa ai contenuti principali

Eurovinum - Il Vigneto “Zen” di Baver

Antonella Pianca, giornalista e degustatrice AIS, ha proposto la bianchetta dell'azienda agricola Fabris, ad un incontro di informazione che si è tenuto presso l'Eden Bar di Vittorio Veneto. Riportiamo il servizio informativo che Antonella aveva realizzato nel 2019 per Retecontadina.


Il trascorrere del tempo, accadimenti storici, vicende umane hanno cambiato il nostro stile di vita. Molti lavori sono ormai un ricordo del passato. Conseguentemente anche il paesaggio urbano e rurale è mutato.

Un elemento che caratterizzava nei secoli scorsi il paesaggio vitato della nostra regione, era la “piantata”. La coltivazione della vite era maritata agli alberi, sostenuta cioè da un albero vivo che poteva ad esempio essere un acero campestre, un salice e più tardi un gelso. Tra una piantata e l’altra venivano coltivati cereali ed ortaggi, coltivazioni promiscue funzionali ad un’economia essenzialmente agricola.

Più tardi nuovi modelli di studio e di sviluppo agrario, l’arrivo della Fillossera, i conflitti della Grande Guerra e della Seconda Guerra Mondiale, una economia in trasformazione verso un modello industriale sono state l’anticamera dell’odierna viticoltura ed enologia con conseguente abbandono della “piantata” che rimarrà in uso nelle nostre campagne fino quasi alla metà del XX secolo.



Un ultimo esempio di questo antico metodo di coltivazione lo possiamo trovare a Baver nel comune di Godega di Sant’Urbano. Grazie alla tenacia ed a un capillare lavoro di conservazione e recupero, Augusto Fabris ha custodito questo terreno, coltivato dalla sua famiglia fin dal dagli anni 50 del secolo scorso - prima come mezzadri e attualmente come proprietari - mantenendo e curando le vecchie viti, gli alberi di sostegno, il prato per il foraggio … L’antico vigneto sorge nei terreni individuati dai toponimi locali Zhercol e Talpon e comprende molti filari di viti vecchie, alcune delle quali risalgono ai primi anni del ‘900.

Dall’anno 2014 il luogo è stato dichiarato bene tutelato dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso in quanto bene culturale di natura etnoantropologica.

Sono stata a visitare la piantata molte volte, anche di primo mattino, ed è sempre per me molto emozionante camminare in quello che potrei definire un museo vivente all’aperto. Il sito è circondato da siepi ed alberi; una natura viva dove si percepisce la cura ed il lavoro di chi la custodisce. Lavoro manuale che, come racconta Augusto, richiede tempi lunghi ed una costante e minuziosa “manutenzione”. Ho assistito al lungo, paziente e diligente lavoro della potatura. Per la legatura dei tralci Augusto e i suoi figli utilizzano ancora il salice, in dialetto le sache, più grosse per i pali e più fini per i capi a frutto e per i sarmenti che produrranno il frutto nell’anno successivo.

Ovviamente anche la vendemmia è manuale, con ritmi ancestrali nei quali il concetto di tempo è del tutto abbandonato. E’ la natura che detta il ritmo del lavoro, dovuto anche ai diversi momenti di maturazione delle uve, che vengono raccolte separatamente. Infatti il patrimonio ampelografico è molto Interessante per la varietà dei vitigni presenti; cito ad esempio la bianchetta trevigiana, il verdiso, la recantina a pecolo scuro, il pignolo, la marzemina bianca, la turchetta, la dorona, il verdicchio, il merlot.

Nei vigneti, anche nell’impianto più recente, non vengono utilizzate sostanze chimiche di sintesi, i trattamenti sono a base di rame, zolfo e calce, non si effettua il diserbo, le operazioni di cantina sono assolutamente “naturali” ed artigianali.

Ho definito questo luogo il Vigneto Zen, termine che considero quanto mai appropriato, in quanto contribuisce a far acquisire una calma interiore e una serenità che solo una “Natura rispettata” sa dare.

Augusto Fabris, insegnante di scuola primaria con una Laurea in Storia, è uno dei produttori di Retecontadina L’Azienda a conduzione familiare produce vini monovitigno a bacca rossa di Recantina Pecolo Scuro, Turchetta e, a bacca bianca, con uve di Bianchetta Trevigiana. Produce inoltre un uvaggio di varie varietà autoctone a bacca bianca Verdiso, Bianchetta, Friulano, Marzemina Bianca, Malvasia di Candia.

Vengono anche coltivati pomodori, fagioli, patate, mais e frumento. Il mais deriva da una selezione massale di Mais Marano, una varietà di mais selezionata all’inizio del novecento nella zona di Marano Vicentino dall’agronomo Antonio Fioretti, mentre il grano è il San Pastore, una varietà di grano tenero selezionata da Nazario Strampelli nel 1923. La coltivazione del grano dà anche, come sottoprodotto, la paglia che viene usata per la pacciamatura naturale degli orti.


Il progetto di Augusto è il consolidamento di questa attività, anche con la realizzazione nell’immediato futuro di una nuova cantina, in modo tale che l’attività agricola - che è ed è stata una tradizione della famiglia Fabris - possa continuare, permettendo ai suoi giovani figli Marco e Luca, che lo stanno già coadiuvando in azienda, di ricevere da questo lavoro un giusto ed adeguato profitto.

Personalmente penso che giovani produttori saranno i protagonisti di quella che dovrà necessariamente essere “la terza rivoluzione industriale” cioè un’economia etica dove tutti gli alimenti siano prodotti senza additivi, in suoli fertili. Non si tratta di rimpiangere il passato, ma di vivere il presente con consapevolezza, favoriti anche dalle specifiche conoscenze ed esperienze acquisite. Spero che Marco e Luca conservino l’amore per il lavoro che il loro padre sa trasmettere.

Anche noi consumatori siamo chiamati a partecipare a questa grande sfida. Dobbiamo essere consapevoli di quello che mangiamo e di come e dove viene prodotto il nostro cibo. I nostri alimenti non devono necessariamente compiere viaggi, anche intercontinentali, per raggiungere la nostra tavola inquinando ulteriormente l’ambiente, già purtroppo martoriato. Fondamentale è conoscere queste reti di contadini, frequentare i mercati locali, andare a visitare le aziende del territorio, condividere esperienze e valori umani.

“Oggi in tutto il mondo c’è fame di democrazia partecipativa: a livello locale tutte le persone possono diventare soggetti attivi, essere protagonisti, assumere un ruolo” Carlo Petrini TERRA MADRE – Giunti e Slow Food Editore 2009

Antonella Pianca

Fotografie di Antonella Pianca e Giovanni Damian ©2019 (Piantata – Potatura – Paglia – Uva – Vendemmia)


Commenti

Post popolari in questo blog

La Montagna dell'informazione - Il Monte Maggiore (Ucka). in Croazia

La Via dei Norcini – Continua il viaggio del gusto del Salumificio Marescutti di Spilimbergo in Borghi d'Europa

Il Percorso Internazionale La Montagna dell'Informazione