RISVEGLIO eccezionale ALLE TERME DI San Casciano dei Bagni dopo un sonno di quasi 2000 anni

 


Grazie all’illuminata ricerca di studiosi italiani, guidati dal prof. Jacopo Tabolli, dell’ Università per stranieri di Siena e con il supporto del Comune di San Casciano dei Bagni, è avvenuto il rinvenimento del più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo.

Si tratta di oltre venti statue che raffigurano per lo più le divinità qui venerate. Questo luogo non era infatti nell’antichità un semplice stabilimento termale, ma un vero e proprio Santuario, in cui si celebravano le divinità delle acque. L’eccezionale stato di conservazione dei reperti è stato reso possibili dall’acqua calda della sorgente, che ha anche preservato le preziose iscrizioni in etrusco e latino.

Abbraccio alla statua di Igea




Le statue ritrovate dovevano essere posizionate sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi in travertino. Alle sculture si aggiungono poi quasi seimila monete (in argento, bronzo e oro), anch’esse doni votivi. Tutto fa infatti pensare che la deposizione sul fondo facesse parte di un rito in onore delle divinità

Solo agli inizi del V secolo d.C. il Santuario venne smantellato e chiuso: il grande tesoro sacro nella vasca fu coperto da grandi tegole e al di sopra vennero calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto.

I reperti risalgono in gran parte al periodo tra il II e il I secolo a. C, un ‘epoca segnata da grandi conflitti tra Roma e le città etrusche.

A prescindere dall’eccezionale valore archeologico e storico del ritrovamento, mi sembra particolarmente significativo il simbolo di pace rappresentato da questo luogo sacro, in cui nobili famiglie etrusche e romane dedicavano assieme le statue all’acqua sacra.

Un simbolo di pace, dunque, nato in quel periodo contrassegnato da instabilità politica e guerra, ma particolarmente prezioso anche per il nostro tempo, anch’esso sconvolto dalla guerra.

Gianluigi Pagano.



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