Gemona capitale del formaggio
E' ritornata “Gemona, formaggio e dintorni”, la kermesse enogastronomica giunta alla 21^ edizione, dall’11 al 13 novembre. L’evento, che si lega alla tradizione svolgendosi in concomitanza con la Festa del Ringraziamento, è nato per valorizzare l’importante produzione casearia locale e regionale, con un riferimento particolare alle latterie turnarie che un tempo costituivano il modello di caseificazione diffuso in tutto il Friuli (il picco è stato raggiunto a metà degli anni Sessanta, quando nelle province di Udine e Pordenone se ne contavano 652, 9 solo a Gemona). Tra gli organizzatori vi è stato anche l’Ecomuseo, che ha affiancato il Comune di Gemona, la Pro Glemona, la Coldiretti, l’Associazione Allevatori nella definizione del programma.
A Palazzo Elti in via Bini l’Ecomuseo ha allestito la mostra “Lat cence confins” dedicata al sistema turnario nell’arco alpino, in esposizione fino all’11 dicembre. Sabato 12 e domenica 13 in via Cavour presso gli stand delle latterie turnarie sarà possibile degustare e acquistare i formaggi dei caseifici di Campolessi, Peio e Valmorel aderenti alla “Carta dei princìpi delle latterie turnarie”, a cui si sono aggiunti i prodotti sloveni della Malga Kašina, dove ancora oggi viene praticata la caseificazione comunitaria. Sabato vi è stata la visita guidata alla Latteria di Campolessi ), mentre presso il Lab terremoto si è svolto un incontro con i rappresentanti delle latterie turnarie.
La Latteria di Campolessi è una delle ultime latterie turnarie presenti in Friuli, probabilmente la più antica ancora in attività essendo stata fondata nel 1908 da 120 soci. Attualmente i soci sono 17, residenti a Gemona e nei comuni limitrofi. Il caseificio trasforma circa 20 quintali di latte vaccino al giorno, proveniente da numerose stalle di piccole dimensioni (2-5 vacche) e da pochi allevamenti di medie dimensioni (alcune decine di capi), dove la razza più diffusa è la locale pezzata rossa. Il formaggio prodotto è a latte crudo, che grazie alla secolare modalità artigianale di lavorazione e al sostegno dell’Ecomuseo ha ottenuto il riconoscimento di Presìdio Slow Food. Negli allevamenti le vacche sono alimentate esclusivamente con erba, foraggi e sfarinati di cereali coltivati in azienda.
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