Terre del Sud - Cosa visitare a Crotone (Kroton)

 

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Centro storico

Fino agli inizi di questo secolo Crotone era ridotta a quello che è ora il centro storico, cioè a quella parte della città che è compresa all'interno delle mura, costruite nel XVI sec. per volere del Vicerè Don Pedro di Toledo. Delle mura ora rimane qualche visibile testimonianza (il tratto meglio conservato è a piazza Mercato).

L'acropoli era situata dove ora sorge il castello che domina il porto.

La città comunicava con la campagna circostante attraverso un ponte levatoio, clic la sera veniva alzato con due grosse catene e la porta rimaneva chiusa tutta la notte. Davanti c'era un largo e profondo fosso. Nel 1867 il sindaco Raffaele Lucente fece demolire la porta centrale e il ponte di accesso e il fossato fu riempito. La porta era larga circa due metri, vicino stavano l'esattoria dei dazi comunali e il corpo di guardia nazionale (piazza Vittoria).


- Cattedrale di S. Dionigi: l'impianto originario risale con molta probabilità al IX secolo, ma i vari rifacimenti non consentono di datarla in modo certo. Oggi è comunque visibile una struttura del XV secolo. La facciata è in stile neoclassico con tre portali e campanile sulla destra. L'interno in stile neoclassico presenta tre navate asimmetriche. Dell'impianto originario rimane - nella navata destra - una conca battesimale in pietra con motivi zoomorfi medievali. Nella navata sinistra vi è la Cappella di S. Dionigi con la statua lignea del XVIII sec., a mezzo busto e testa recisa nelle proprie mani. La cattedrale conserva un quadro di grande valore artistico del XVIII sec. del pittore crotonese Nicola Lapiccola, che rappresenta Gesù di ritorno dalla visita ai dottori. Il pulpito monumentale in marmi policromi e bronzo, opera dell'architetto Farinelli, è del 1898. Nella navata destra vi è la Cappella della Madonna di Capocolonna, progettata dall'architetto Pier Paolo Farinelli nel 1898, e affrescata dal Severini. Ha una cancellata in bronzo dorato di stile barocco. In fondo alla cappella c'è il quadro della Madonna, la tavola bizantineggiante è l'unico esemplare in Calabria dove predomina il tipo della Madonna in trono o a mezzo busto. Famoso è il pellegrinaggio della Madonna da Crotone a Capocolonna che si svolge ogni anno nella seconda domenica di maggio e ogni sette anni è la festa grande (molti fedeli percorrono a piedi la strada fino al santuario di Capocolonna, ripetendo l'antica tradizione dei pellegrini che si recavano in pellegrinaggio a rendere omaggio alla dea Hera sul promontorio Lacinio). All'inizio della navata destra vi è un dipinto su tela di stile romano del secolo XVII che raffigura il martirio di S. Dionigi.


- Cinta muraria: aveva inizialmente cinque spontoni o baluardi ad angolo acuto che in onore del vicerè presero il nome di: Toledo (o dell'Immacolata dalla chiesa che sorge vicino), Don Pedro (o di S. Giuseppe dalla chiesa omonima), Marchese, Villafranca e Pedro Nigro. Furono aggiunti in seguito altri due spontoni, per rinforzare le mura della città: lo spontone "de Miranda", costruito durante il viceregno di Giovanni de Zuriga conte di Miranda (1586-1595), e bastione del fosso (1550), dove attualmente vi sorge la villa comunale. I bastioni furono demoliti in seguito alla costruzione della sottostante via Regina Margherita.


- Chiesa dell'immacolata: in stile barocco, presenta un'unica navata. Fu eretta nel 1738 sopra un modesto tempietto con una cripta sottostante, attualmente visitabile, dove sono ben conservati i teschi della confraternita. Posto a destra della navata si può ammirare un prezioso crocifisso ligneo del Seicento, proveniente dalla chiesa di S. Giuseppe. Il crocifisso presenta una singolare caratteristica: lo sguardo di Cristo è rivolto verso l'alto, a Dio, mentre generalmente i crocifissi ritraggono Cristo col capo chino, sofferente, ormai senza vita. Le pareti inoltre sono adornate con dipinti che ritraggono la vita della vergine (XVIII e XIX sec.).


- Chiesa di S. Giuseppe: edificio barocco con portale in arenaria locale, decorato a lesene e vari motivi ornamentali, con iscrizione del 1719.


- Chiesa di S. Chiara: È di fondazione cinquecentesca con decorazioni barocche del 1700. Fu sede delle monache Clarisse, poi il monastero fu occupato dai frati Domenicani e infine dai Padri minori Francescani. Nel 1971, durante i lavori di restauro fu scoperta una costruzione originalissima: una grande cisterna sotterranea a forma di cupola, destinata probabilmente a contenere l'acqua piovana che risalirebbe o all'VIII - IX sec., o all'epoca della costruzione del convento. La cisterna fu poi chiusa e adattata ad una suggestiva cappella in onore di S. Massimiliano Maria Kolbe, ucciso dai nazisti ad Auschwits in un bunker. Nella parte superiore della chiesa ci sono delle costruzioni in legno dette "matronei", balconcini dove le suore partecipavano alle funzioni religiose senza essere viste. Originale è l'organo a canne con ante dipinte e con intagli in legno, di scuola napoletana della fine del 1700.


Resti archeologici:

- Il castello di Carlo V domina l'acropoli. Come tutti i castelli medievali era provvisto di un ponte levatoio, poi sostituito da uno in muratura. I lavori di ammodernamento furono voluti da Carlo V, e poi realizzati concretamente nel 1541 da Don Pedro di Toledo, marchese di Villafranca, che cinse la città di una poderosa cerchia di mura per difenderla dagli attacchi dei Turchi. Le mura e i bastioni speronati ad angolo acuto consentivano di deviare i colpi dei cannoni degli assalti nemici.

- Resti della cinta muraria sulla collina a sinistra dell'Esaro.

- Località Vigna Nuova: edificio a pianta rettangolare che potrebbe essere identificato come un Heraion, per il rinvenimento di numerose catene e da piedi, che riportano al ruolo di liberatrice assunto da Hera lacinia.



Castello di Carlo V

Piazza Castello. Museo Civico orario invernale: da martedì a sabato 9.00-13.00/15.00-19.00, domenica 9.00-13.00; orario estivo da martedì a sabato 9.00-13.00/16.00-20.00, domenica 9.00-13.00. Chiuso il lunedì.


Palazzo Morelli I ufficio scavi

Via Risorgimento, 121. Ospita la mostra dei santuari di Hera Lacinia e di Apollo Aleo. Orari di visita: 9.00-I 9.00.


CAPOCOLONNA


EVIDENZE ARCHEOLOGICHE


Del tempio classico (edificio A) rimane una colonna di ordine dorico, la penultima verso nord della fronte orientale, alta circa 8,30 metri; il profilo del capitello è stato attribuito dal Mertens al filone siceliota della prima metà del V sec. a.C., e in particolare al tempio di Athena a Siracusa.

Resti di un poderoso muro o peribolo in opera quadrata e reticolata, di età romano - repubblicana, delimitano l'area sacra (temenos).

Nel peribolo, sul lato ovest del tempio, vi era "la Grande Porta", che costituiva l'unico accesso al santuario per via di terra (la via sacra).

Nell'edificio B, poco distante dal tempio classico, è stato rinvenuto un basamento quadrato, probabile base di sostegno per il simulacro di Hera, o il supporto di una "tavola per le offerte". Cli scavi hanno restituito abbondante materiale votivo: vasetti miniaturistici, fasci di chiavi votive in ferro, una piccola sfinge di bronzo.

In prossimità del basamento quadrato è stato rinvenuto un horos, un cippo di confine arcaico in calcarenite, che doveva delimitare una primitiva area sacra di grande importanza. Questo potrebbe essere il primo luogo di culto risalente alla prima metà dell'VIII sec. a.C., abbandonato poi nel V sec. a.C. quando fu costruito il tempio classico. Vicino al cippo è stato trovato il diadema d'oro, datato intorno alla metà del VI sec. a.C. e che con ogni probabilità doveva incoronare il simulacro dì Hera.


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