C’è grappa e grappa

 

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C’è grappa e grappa

BY BLOG CURATOR on 17 MAGGIO 2021 • ( 0 )


 


 


La Distilleria Schiavo, di Costabissara, vicino a Vicenza ha una storia antica e ben documentata ad iniziare dal 1669 data in cui è indicata in una carta la casa Casa Schiavo lì dov’è tuttora. In essa il trisavolo dell’attuale proprietario Marco Schiavo, Domenico, di professione mediatore di terreni, si mise a girare per le grandi fattorie della zona con un alambicco mobile, trainato da cavalli, improvvisandosi così distillatore a domicilio. Lasciava una parte del prezioso distillato ai fornitori, cominciando così a raccogliere notevoli quantità di grappa e a rivenderla nelle Foresterie, nelle Locande e nelle Osterie della città di Vicenza.

Da quel momento la Grappa è divenuta la protagonista della storia di questa famiglia sempre impegnata a migliorarne la qualità.

La grappa infatti è forse il distillato più comune in tutta Italia perché, in un Paese in cui il vino abbonda, le vinacce rappresentano un bene molto comune e tutti si sono ingegnati a non sprecarlo, con la distillazione, il metodo più immediato, utilizzando un semplice alambicco (parola che deriva dall’arabo al-‘ambiq, che a sua volta si rifà al greco ambix , in quanto furono proprio gli arabi a preservare e perfezionare la tecnica antica della distillazione, di cui il più antico apparecchio risale al 4000 a. C)

Però il procedimento della distillazione non è affatto semplice, perché i vari componenti della miscela di partenza evaporano a temperature diverse, perciò il processo di separazione dell’alcol metilico, la cosiddetta “testa” (che bolle a 66°) dall’alcol etilico, il “cuore”, che ha una temperatura di ebollizione di 78,3° e finalmente a 83° evapora l’alcol butilico, la “coda” è molto delicato.

In presenza di apparecchiature piuttosto rudimentali, solo la grande esperienza ed il continuo impegno dovettero rendere possibile la separazione del cuore, l’unica parte che contiene le sostanze di qualità, rispetto alle altre che hanno componenti sgradevoli o tossici.

Marco Schiavo



I vari componenti della Famiglia Schiavo si prodigarono dunque a trovare il punto di fermentazione ideale delle vinacce, poi la modalità più corretta di distillazione (usando alambicchi e apparecchi distillatori sempre più perfezionati) e finalmente a sperimentare l’invecchiamento in botte dei distillati, così da create la perfetta” Acqua di Vita”, come Galeno, medico e filosofo greco del II sec. D.C. aveva chiamato i distillati.

Venendo ad oggi troviamo che la loro Distilleria produce magnifici distillati dai principali e più vocati vitigni: dal Pinot allo Chardonnay fino a giungere alla inarrivabile Grappa di Amarone, oltre a distillati con gradevoli aromatizzazioni di frutta ed infusi speciali dedicati alla miscelazione.

La Grappa di Amarone



Ora, pur non cessando di curare e di perfezionare la produzione, l’aspetto che sta più a cuore a Marco è il rispetto dell’ambiente, per cui pone ogni attenzione, scegliendo innanzi tutto produttori vitivinicoli “ Bio” oppure che dimostrino una particolare sostenibilità ambientale , poi prediligendo distillazioni lente, dove il consumo del gasolio è pochissimo, ottenendo così anche inoltre il vantaggio che il vapore lentissimo possa estrarre meglio le parti aromatiche delle vinacce, in modo da dare più profumo possibile ai distillati. Inoltre cura particolarmente il recupero acque di distillazione per far funzionare il generatore di vapore in modo da non avere acque calde in scarico sprecate. Infine recupera le vinacce esauste inviandole al Centro produzione Biogas a San Vito al Tagliamento.

Ma la ricerca continua, sviluppando bottiglie con vetri più sottile in modo da sprecare meno vetro nei contenitori ed usando tappi in materiali riciclati, carta delle etichette meno trattata possibile, cartoni per spedizioni in cartone riciclato e con colore naturale.

La qualità infatti si misura non solo dalle caratteristiche del prodotto, ma anche dal rispetto per l’ambiente che ci accoglie!

Gianluigi Pagano


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