Vittorio Veneto,Borgo del Gusto dal 2016
Nel 2016 Borghi d'Europa inseriva Vittorio Veneto nella rete dei Borghi
Europei del Gusto.
A
Vittorio Veneto si
combatté l'omonima
battaglia durante
la prima
guerra mondiale;
la vittoria dell'esercito italiano su quello austro-ungarico ebbe
come conseguenza la resa austriaca e la fine della guerra.
La
città è composta da quelli che un tempo furono due comuni
distinti: Ceneda e Serravalle.
È inoltre sede della diocesi
di Vittorio Veneto.
Il
territorio, il più vasto della provincia, è caratterizzato dalla
presenza di rilievi collinari e montuosi, trovandosi a ridosso
delle Prealpi che
lo separano dalla Valbelluna e
dall'Alpago.
Oltre
al centro di Vittorio Veneto, diviso tra Ceneda e Serravalle, sono
presenti altri quartieri e sobborghi quali San Giacomo di Veglia,
Costa e Salsa. Si contano inoltre numerose frazioni e località
sparse sulle pendici dei monti o nella Val
Lapisina,
ossia la vallata che, inserendosi tra le prealpi, mette in
comunicazione la Marca
Trevigiana con
la provincia
di Belluno .
Lungo questa valle si trovano il Lago
Morto,
uno dei più estesi della provincia, e i più modesti lago
del Restello e lago
di Negrisiola,
entrambi di origine artificiale. L'altitudine minima di Vittorio
Veneto è di 89 m s.l.m.,
mentre la massima è di 1.763 m s.l.m. (in
corrispondenza alla cima del Col
Visentin).
Viste le caratteristiche fisiche, la zona di Vittorio Veneto è
ricca di corsi d'acqua a carattere torrentizio, molti dei quali
nascono proprio all'interno del territorio comunale. Il principale
corso d'acqua è indubbiamente il Meschio,
che nasce in località Savassa ed è affluente del Livenza,
che attraversa il capoluogo. Sono da ricordare inoltre il Cervada,
affluente del Monticano,
ed il Sora,
affluente del Meschio stesso.
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Il municipio, costruito a metà strada tra i due sobborghi.
Vittorio
Veneto nacque il 27 settembre 1866 con
l'unione dei preesistenti comuni di Ceneda e Serravalle.
Assunse il nome di "Vittorio" il 22 novembre 1866 in
omaggio a Vittorio
Emanuele II,
primo re
d'Italia.
L'appellativo "Veneto" era usato abitualmente soprattutto
dopo la battaglia e
venne ufficializzato, assieme al conferimento del titolo di città,
con RD 22
luglio 1923 n.
1765.
A partire dalla fine dell'Ottocento, vennero creati dei
nuovi quartieri attorno alla strada che collegava le due cittadine,
l'attuale Viale della Vittoria, di modo che l'unione fosse anche
fisica, e lo stesso municipio fu collocato a metà strada. Tuttavia
la città continua ancora oggi a dimostrare una certa bipolarità, e
in effetti Ceneda e Serravalle, nonostante la vicinanza, hanno
identità storiche ben distinte.
Ceneda
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Di probabili origini celtiche, in epoca romana ospitò forse un vicus fortificato legato al municipium di Oderzo. Crebbe d'importanza durante l'alto medioevo, divenendo sede di un ducato longobardo e di una diocesi. I vescovi locali ebbero inoltre il titolo di conti che mantennero anche dopo l'assoggettamento alla Serenissima. In età moderna il suo sviluppo fu ostacolato dall'accrescersi di Serravalle, mantenendo le caratteristiche di piccolo borgo ad economia agricola raccolto attorno alla piazza della cattedrale.
Serravalle
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Sorta attorno a un fortilizio di probabili origini romane, fu un centro di secondaria importanza finché, sul finire dell'XI secolo, divenne feudo dei Caminesi. Cominciò per Serravalle un periodo di costante sviluppo economico e urbanistico che fu continuato anche quando passò a Venezia, divenendo sede di una podesteria,
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