Aquositas - Alla scoperta del reticolo idrografico del Ledra (Ecomuseo delle Acque del Gemonese)

 



Fiume Ledra (foto di Graziano Soravito)

L’Ecomuseo ha promosso il processo finalizzato alla realizzazione del Contratto di Fiume del Ledra: si tratta di un percorso partecipato per “restituire il corso d’acqua al territorio e il territorio al corso d’acqua”. Princìpi ispiratori: l’approccio ecosistemico e interdisciplinare, la sussidiarietà orizzontale e verticale, lo sviluppo locale partecipato, la sostenibilità. Ambito di analisi, e conseguentemente di programmazione e di intervento: il bacino idrografico e il suo reticolo. Sarà un viaggio lungo e complesso, che implica una progettualità dal basso, con la promozione di azioni dirette e concrete da parte delle varie componenti della società e delle istituzioni. La prima fase riguarderà le attività di animazione e la costruzione di una rete di soggetti pubblici e privati, a cui si affiancheranno iniziative volte a far conoscere “sul campo” il territorio oggetto di indagine.

Per questo le escursioni che l’Ecomuseo organizza abitualmente nel periodo estivo, quest’anno riguarderanno i corsi d’acqua che solcano il bacino del Ledra. I partecipanti saranno accompagnati da Marco Pascolino, guida naturalistica e collaboratore dell’Ecomuseo, che ha individuato sei itinerari per osservare e interpretare i fiumi e i torrenti di un contesto geografico di grande interesse ambientale. In anteprima il calendario delle uscite, promosse in collaborazione con la Riserva MAB Unesco “Alpi Giulie”: domenica 27 aprile si andrà alla scoperta del conoide del Vegliato a Gemona; domenica 11 maggio, Sorgive di Bars a Osoppo; sabato 28 giugno, Torrente Orvenco a Montenars; sabato 26 luglio, Fiume Ledra a Buja; domenica 14 settembre, Rio Bosso ad Artegna; domenica 5 ottobre, confluenza del Ledra nel Tagliamento tra Majano e San Daniele. L’iscrizione è obbligatoria.

«Del reticolo del Fiume Ledra fanno parte corsi d’acqua che hanno caratteristiche diversissime, dal punto di vista idrologico ma anche morfologico: ad essere definito è un bacino relativamente piccolo (73 kmq) ma assolutamente unico nel panorama regionale, solcato da risorgive, torrenti montani, ruscelli collinari, collettori di pianura. (…) In più, le opere realizzate dall’uomo e distribuite nell’arco di quasi un millennio, per bonificare la parte della piana soggetta agli allagamenti provocati dal Tagliamento, sistemare i tributari montani, captare l’acqua per fini irrigui, hanno inevitabilmente trasformato le caratteristiche della rete idrografica, che oggi è un intreccio di naturale e artificiale, di fiumi e canali, di rii e rogge» (“Lunari 2025”, Ecomuseo delle Acque).

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info 338 7187227

Rio Bosso, affluente del Ledra (foto di Graziano Soravito)

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