Tranvia Montebelluna-Valdobbiadene

 La seconda settimana dei Percorsi Internazionali sulla Mobilità Dolce, promossa da Borghi d'Europa

nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio Iai-Iniziativa Adriatico Jonica,

Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico-jonica), è dedicata  ai temi 

delle ferrovie (non)dimenticate.

Per la speciale 'Bottega dei ricordi', ecco la tranvia Montebelluna-Valdobbiadene, che,nata per collegare celermente Valdobbiadene con Montebelluna e la rete ferroviaria nazionale, al pari della coeva Montebelluna-Asolo, di cui condivise le sorti, era una linea a trazione elettrica che rappresentò all'epoca un importante strumento di promozione economica dei territori attraversati.

Inaugurata nel 1913, risultò penalizzata dal mancato prolungamento verso Susegana e dal calo di traffici derivato dalla crisi economica successiva al primo dopoguerra, che indusse nel 1931 alla sua soppressione.


Un primo progetto per la realizzazione di una tranvia a vapore tra Valdobbiadene e Montebelluna fu elaborato nel 1906 a cura di un comitato promotore presieduto dal cavalier Andrea Antonini, titolare di un importante canapificio a Crocetta del Montello, che prese a tal fine contatto con la Società Veneta per la costruzione la gestione di tale impianto.


Presentato dalla Società Veneta il progetto definitivo il 4 agosto 1907, la concessione per la costruzione e l'esercizio di entrambe le tranvie fu oggetto di convenzione stipulata il 9 aprile 1909[4] approvata con Regio decreto n. 114 del 14 maggio dello stesso anno. La stessa, della durata di 60 anni, prevedeva una sovvenzione chilometrica di 1.900 Lire/anno.


Dopo la solenne cerimonia di inaugurazione delle linee, avvenuta il 3 agosto 1913, con un avviso che recava gli orari del servizio, la Società Veneta comunicò l'apertura all'esercizio delle due linee, che avvenne il successivo 17 agosto.


«Le ubertose pendici che sono l'ornamento e la ricchezza delle nostre Prealpi sopra la pianura trevisana, stendendosi da Asolo Turrita a Montebelluna operosa a Valdobbiadene vinicola e leggiadra, sorridevano ieri di schietta esultanza (...)»


(Da, La provincia di Padova, Valdobbiadene, 3 agosto 1903)

Con Regio decreto n. 418 del 3 aprile 1913 veniva approvata una nuova conventione con la Società Veneta che prevedeva l'elettrificazione della "tramvia Asolo-Montebelluna-Valdobbiadene", come veniva ufficialmente denominato l'insieme delle due linee[.


La prima guerra mondiale, ormai alle porte, comportò gravi danni causati dalla vicinanza del fronte, causando la sospensione del servizio tranviario. Il collaudo definitivo, ad opera della stessa Società Veneta, avvenne comunque il 7 maggio 1915. In tale periodo l'autoservizio sostitutivo organizzato dalla ditta Cecconi iniziò a rappresentare una pericolosa alternativa per l'avvenire della tranvia[.


Cessate le ostilità e ripreso il servizio, un Decreto legge del 19 ottobre 1923 eliminò i sussidi statali per la tranvia, comportando maggiori esborsi a carico dei comuni attraversati. Ulteriori per la società di gestione derivarono dalla inaugurazione, avvenuta il 25 maggio 1916[9], della ferrovia Montebelluna-Susegana, che vedeva svanire i ventilati progetti di prolungamento verso Volpago e Ponte della Priula[10], ove già esisteva la tranvia Susegana-Pieve di Soligo.


Il periodo successivo registrò un costante calo dei viaggiatori trasportati e, conseguentemente, degli introiti per la Società Veneta che in luogo di un ventilato progetto di prolungamento verso Bassano del Grappa optò per la chiusura delle due linee tranviarie, avvenuta il 31 marzo 1931.




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