La Montagna dell'Informazione : l'Appennino Parmense in Borghi d'Europa

 




Borghi d'Europa ha sviluppato fra i diversi Percorsi Internazionali, La Montagna dell'informazione,.


Occorre risalire al 2002, quando le Nazioni Unite avevano proclamato l’Anno Internazionale delle Montagne, per rintracciare la nascita e le tracce della storia de La Montagna dell’Informazione. Il GAM (Giornalisti e Amici delle Montagne, fondato e presieduto dal giornalista di Sarmede Aldo Smiraglia), sotto il diretto Patrocinio del Comitato Italiano, promuoveva tutta una serie di iniziative di informazione, invitando delegazioni di giornalisti della stampa regionale nazionale ed internazionale a conoscere la montagna trevisana e bellunese.Il ‘culmine’ dei progetti era stata proprio una manifestazione chiamata La Montagna dell’Informazione, Stati Generali dell’Informazione sulla Montagna, che si era tenuta in Alpago.Le iniziative erano proseguite poi nel 2003, Anno Internazionale dell’Acqua, in Valbelluna, sotto il Patrocinio della Amministrazione Provinciale di Belluno. La seconda edizione de la Montagna dell’informazione si era svolta nei quattro comuni della Sinistra Piave ( Mel Trichiana Limana e Lentiai). Nel 2004 La Montagna dell’Informazione aveva toccato il Passo del San Boldo, coinvolgendo, sia il versante trevisano che quello bellunese.

Correva l'anno del Signore 2005 e i giornalisti vagabondi dell'Associazione L'Altratavola inauguravano a Cesiomaggiore una iniziativa d'informazione destinata a crescere negli anni, fino a giungere alla rete dei borghi europei del gusto dei tempi d'oggi. La nascita della rete dei Borghi Europei del Gusto ha portato nuovi stimoli e nuove idee. Così nel gennaio del 2006 è nata L'Azione La Montagna dell'Informazione, che si propone di continuare i progetti e le iniziative di valorizzazione delle zone italiane di montagna, ‘agganciandosi’ al circuito e alla rete giornalistica internazionale.

L'incontro con il Caseificio di Montagna di Damiano Delfante (Ravarano e Casaselvatica in comune di Calestano), aveva convinto i giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa ad inserire

la Val Baganza negli itinerari informativi del progetto L'Europa dellescienze e della cultura (Patrocinio Iai – Iniziativa Adriatico Jonica).


L'Appennino Parmense


L'Appennino parmense è una sottosezione dell'Appennino settentrionale (Appennino tosco-emiliano) compresa nei confini della provincia di Parma. Comprendendo la zona collinare, occupa circa i 2/3 del territorio provinciale (circa 2.300 km²). Partendo dal passo della Cisa, la parte orientale fa parte dell'Appennino Tosco-Emiliano, la parte occidentale dell'Appennino Ligure (Appennino piacentino).


Orografia


Il Monte Torricella, metri 1728.

La cima più elevata è il monte Sillara (1.861 m), sul crinale dell'Appennino tosco-emiliano che divide la provincia di Parma da quella di Massa-Carrara. Tra le altre vette più elevate della sezione tosco-emiliana sono da segnalare il monte Losanna (1.856 m), il monte Marmagna (1.852 m), il monte Orsaro (1.831 m) e il monte Paitino (1.815 m), tutte all'interno del Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano.


Completamente all'interno della provincia di Parma sono il monte Rocca Pianaccia, che con i suoi 1762 m è la massima elevazione completamente compresa nel territorio parmense, il Monte Roccabiasca (1727 m), il Monte Scala (1715 m), il monte Navèrt (1654 m), il monte Caio (1.584 m) e il monte Cervellino (1.492 m).


Le vette più elevate della sezione occidentale sono il monte Maggiorasca (1.804 m), il monte Bue (1.775 m), il monte Penna (1.735 m), sul confine con la provincia di Genova, il monte Ragola (1.710 m), il monte Trevine (1.650 m), il monte Gottero (1.639 m), il monte Tomarlo (1.602 m), il monte Molinatico (1.549 m) e il monte Pelpi (1.480 m).

Poco al disotto della vetta del Gottero si trova la "Foce dei Tre Confini" (1.408 m), in cui si incontrano le tre regioni di Emilia-Romagna, Toscana e Liguria.


Valli


La Val Baganza

Le valli principali sono quelle del Taro, della Parma e del Ceno. La Val d'Enza è condivisa con l'Appennino reggiano.




Tra le altre vall da citare quelle del Baganza (che confluisce nel torrente Parma in prossimità del centro cittadino), del Cedra, del Bratica e dello Stirone. Tutti questi corsi d'acqua scorrono da sud verso nord e sono tributari direttamente o indirettamente del fiume Po.


Come per altre aree appenniniche, anche l'Appennino parmense è interessato in alcune zone dal tipico fenomeno erosivo dei calanchi.


Valichi

Tra i numerosi valichi i principali sono il passo della Cisa (1041 m, Berceto-Pontremoli), il passo di Centocroci (1055 m, Albareto-Varese Ligure), il passo del Bocco (956 m, Bedonia-Chiavari), il passo del Brattello (953 m, Borgotaro-Pontremoli), il passo del Tomarlo (1482 m, Bedonia-Santo Stefano d'Aveto), bretella Zovallo-Tomarlo Alta Val Ceno (SP Val Nure) 1520 m, il passo del Cirone (1255 m, Corniglio-Pontremoli), il passo del Lagastrello (1200 m, Monchio delle Corti-Comano), il passo del Ticchiano (1154 m, Corniglio-Monchio delle Corti) e il passo del Chiodo (1420 m, Bedonia-Santo Stefano d'Aveto).


Laghi


Il lago Santo parmense

Nel territorio dell'appennino parmense si trovano numerosi laghi[1], quasi tutti all'interno del Parco nazionale Appenino Tosco Emiliano ed alcuni nel Parco regionale dell'alta Val Parma e Val Cedra (chiamato anche "Parco dei cento laghi"): il lago Santo parmense, il maggiore di tutto l'appennino settentrionale, con una superficie di 81.500 m², il lago Ballano (73.000 m²), il lago Verde (59.800 m²), che è il più profondo (24 m), il lago Pradaccio (circa 40.000 m², situato all'interno della "Riserva naturale orientata Guadine-Pradaccio"), il lago Squincio (31.000 m²), i laghi Gemio (o Gemini) superiore (35.700 m²) e inferiore (32.500 m²), chiamati comunemente Lagoni, il lago Scuro parmense (11.600 m²) e il lago Palo (8.700 m²). A quota 1732 m si trovano i due laghi del Sillara, i più elevati di tutto l'appennino parmense.

La fauna ittica di tutti questi laghi comprende la trota fario e, specie introdotta di origine alpina, il salmerino di lago.



Turismo

Numerosi sono i castelli presenti nel territorio dell'Appennino parmense: tra i principali si possono citare quelli di Bardi, di Compiano, di Torrechiara, di Felino, di Golaso, di Pellegrino Parmense e di Varano de' Melegari.


Le principali località per la pratica degli sport invernali sono quelle di Schia, alle falde del monte Caio nel comune di Tizzano Val Parma, con tre impianti di risalita e circa 15 km di piste, e di Prato Spilla, nei pressi del passo del Lagastrello nel comune di Monchio delle Corti, con tre impianti di risalita e circa 10 km di piste. L'alta val Parma (comune di Corniglio, la zona di Lagdei, Lagoni e Lago Santo) è particolarmente adatta per il nordic walking, le uscite con le ciaspole e per lo sci alpinismo.


Tra le rinomate specialità gastronomiche di questo territorio il formaggio parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma, il salame di Felino, i funghi porcini di Borgotaro.


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