Aquositas - Novigrad-Cittanova: una storia sulle mura cittadine

 




Anche se Cittanova e' un posto con poco più di 4000 abitanti, oggi ha il titolo di Città, come d'altronde l'aveva in passato. A vantaggio di questa causa gioca anche la terminologia storica che spiega, se ci cingiamo con una spiegazione breve, che una città e' quel posto che e' circondato dalle mura e possiede un'autonomia locale. Cittanova possedeva sia l'uno che l'altro e di questo ci parla un manoscritto del 1754 che contiene la trascrizione dello statuto cittanovese del 1401. Come atto legale di base che regola la vita legislativa di una comunità, la completa procedura legale e la giurisdizione, lo statuto testimonia che Cittanova all'inizio del 15 sec. aveva il titolo di città - comune. Nello statuto sono menzionate anche le mura cittanovesi e la cura delle stesse da parte del potere cittadino. Ovvio che Cittanova e le sue mura sono più antiche della data menzionata. Esiste il parere che tra le città istriane "quasi non esista una città che abbia i propri debutti sul palcoscenico storico così avvolti nella nebbia e tante convergenze dei storici come e' il caso di Cittanova". La genesi di Cittanova come paese su di un’isola costiera (solo nell'età' moderna tramite inghiaiamento e' stata formata la penisola) fino ad oggi non e' ancora stata rivelata del tutto. La scienza moderna (Cuscito 1997, Ujčić 1997, Jurković-Matejčić 2003) ha abbandonato le tesi antiche che identificavano Cittanova con toponimi Emonia o Emona. Quello che tutti gli autori moderni vogliono sottolineare e' l'esistenza di Cittanova nel tardo periodo antico come del castrum o castellum tardo-antico, vale a dire paese civile con possibilità di difesa (Matijašić, 2002). L'autore menzionato conferma la propria tesi anche con il solo nome della città che viene menzionata nelle fonti come Neapolis, Civitas Nova e Castellum Novas. Malgrado la mancanza di maggiori ricerche archeologiche Marušić (1989) ha designato alla città tardo-antica sia il perimetro di estensione che il retino urbano con i quali accordano anche altri autori. Per quanto riguarda il nostro tema e' importante sottolineare che questo raggio con una piccola parte a nord e a sud dalla Porta Terraferma, coincide con il perimetro delle mura cittadine conservate fino ad oggi. Questa attraente circostanza archeologica e' stata intuita molto chiaramente già da Parentin (1974) che menzionava le remote radici della tradizione dell'inserimento della chiesa (Spirito Santo) nella torre vicino alla porta principale cittadina. Il periodo dell'alto Medioevo nella storia istriana proprio negli ultimi anni era contrassegnato da grandi attività interdisciplinari di ricerca alle quali si sono dedicati, oltre ai ricercatori croati, italiani e sloveni, anche altri, soprattutto professionisti francesi. La tesi conosciuta già da tempo su Cittanova come centro dell'alta amministrazione franca dove aveva residenza il duca (dux) Giovanni, e' confermata da nuovi reperti materiali e proprio di una reinterpretazione sensazionale dell'architettura e della scultura della chiesa parrocchiale di San Pelagio, che una volta era cattedrale, e della sua cripta (Matejčić, Jurković). Tutto sommato, il significato chiave che aveva Cittanova nel periodo dell'alta amministrazione carolingia, verrà sicuramente confermato con nuove analisi come anche con ampie conclusioni di quelli che si riferiscono all'architettura e la scultura sacrale analizzata fin ora. Con queste osservazioni bisogna aggiungere che Cittanova registra invasioni già nell'alto Medioevo (croati, saraceni) che sono sicuramente risultate in constanti rinnovamenti e rafforzamenti delle mura. Anche se ancora per secoli non apparterrà formalmente a Venezia e nella lotta per l'indipendenza, in alleanza con altre città costiere istriane, cercherà di opporsi con le armi a questa potenza dell'Adriatico in ribalta, Cittanova già verso la fine dell'Alto Medioevo gradualmente entra nella sfera d'interesse della Repubblica veneziana. Nel tardo Medioevo Cittanova e' nel potere di diversi feudatari tedeschi e poi nelle mani del patriarca d'Aquileia. Nell'anno 1270 la città e' stata formalmente sottomessa da Venezia il che ovviamente significava uno scontro con Genova. Le sue truppe hanno devastato in maniera rilevante Cittanova verso la fine del 14 secolo. Con il susseguirsi di avvenimenti storici l'attuale aspetto delle mura appartiene quasi completamente al periodo dell'amministrazione veneta. Nella piccola, e quasi sempre troppo povera Cittanova veneta (a differenza della Cittanova del periodo carolingio quando era una ricca sede amministrativa), ovvio che le mura non sono state progettate da Michele o Gian Girolamo Sanmicheli, Sforza Pallavicini o qualcun'altro dalla sfera dei grandi della ingegneria militare veneziana. E' un'opera questa di grandi maestri locali che dopo la formazione di bassi bastioni, a lungo e con perseveranza in un loro modo arcaico, innalzavano e riparavano le alte mura costruite con pietra istriana con la merlatura caratteristica. Oltre la povertà e l'inerzia si trattava qui anche di una particolare tradizione. Nei secoli a susseguirsi registriamo grandi lavori sulla costruzione e riparazione delle mura che in maniera chiara testimoniano gli stemmi delle podestà del periodo. Si trovavano, e in parte vi si trovano ancora, sulle mura cittadine. Nell'Evo moderno, soprattutto per la paura dei turchi, i podestà continuano con la riparazione e la costruzione del sistema di fortificazione cittanovese, che e' di per se documentato con rilevanti reperti materiali e fonti scritte. Anche se i centri della guerra degli uscocchi e della guerra di Candia erano lontani da Cittanova, incombeva in ogni modo la minaccia dei saccheggi dal mare. L'infelice Cittanova non e' stata risparmiata da nessuno dei pericoli menzionati. Cittanova ha patito un'enorme perdita durante l'improvvisa irruzione dei turchi nel 1687. Questo e' il periodo di culminazione del plurisecolare impoverimento e spopolamento di Cittanova. La città precedentemente colpita dalla malaria e' stata poi colpita dalla collera e la popolazione ha raggiunto le trenta famiglie. Nel 18 secolo comincia il ristabilimento e così nel paese si registra un'importante attività edilizia. Le vecchie strutture medievali e rinascimentali si ricostruiscono e collegano in entità più grandi del tipo barocco. L'ultima parte le mura l'hanno avuta durante l'embargo continentale e le guerre napoleoniche, quando i francesi mantenevano la roccaforte vicino al palazzo parrocchiale. Dopo di questo e fino all'era moderna e i primi interventi della sovrintendenza alle antichità, esse servivano ai cittanovesi come "cava di pietra", i.e. come fonte del materiale edile per la costruzione delle case. Sulle mura cittadine si potrebbero scrivere tante storie. Una di queste potrebbe parlare di loro come monumento architettonico cittanovese più completo. Ma prima di tutte le storie, le nostre mura testimoniano del tempo che e' dietro di noi, di un ricco patrimonio storico - culturale cittanovese che non appartiene soltanto allo spazio autoctono: con l'intreccio di rapporti e influssi reciproci essa diventa parte integrante non soltanto degli avvenimenti storici croati ma anche di quelli europei. Infine, le mura cittadine parlano anche dell'identità' di Cittanova che, cosciente del proprio passato, cerca di salvaguardare i propri valori e significati per la futura prole.



Jerica Ziherl

(pubblicato nel libro dell'organizzazione internazionale delle citta circondate dalle mura (WTFC))



http://www.novigrad.hr/IT/ngd_content/ongd_povijest2.htm

lunedì 25 ottobre 2010

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