L'enclave di San Colombano

Il progetto Comunicare per Esistere, la Passione dei Territori verrà presentato a San Colombano (Milano),
in collaborazione con il Movimento del Turismo del Vino della Lombardia, venerdì 4 ottobre.


A 45 km da Milano, il paese di San Colombano, i suoi colli e i suoi vini rimangono una gradevole oasi per le gite fuori porta dei milanesi.
 
San Colombano al Lambro è un luogo curioso. Le sue balze, isolate in mezzo alla Bassa Padana, s’innalzano 70 metri al di sopra della pianura, strana eccezione collinare senza spiegazione geologica certa. Questa dorsale di soli 8 km per 2 ospita un vigneto di qualità, al centro di un universo fatto di riso, granturco e allevamento intensivo... Quando fu creata la provincia di Lodi, nel 1992, il comune di San Colombano (7mila abitanti), legato a Milano fin dal XI secolo, scelse tramite referendum di restare sotto l’amministrazione del capoluogo. Diede così vita a una enclave distante 45 km dal centro della metropoli, a cavallo delle province di Pavia e Lodi.
 
Mille anni di Storia
I rilievi di San Colombano erano già conosciuti dai Celti e dai Romani, ma il centro urbano attuale fu fondato probabilmente solo nel X secolo. Da allora, la sua Storia restò legata al destino della Lombardia viscontea e sforzesca, poi francese, spagnola e austro-ungarica.
 
Secondo la leggenda, fu appunto san Colombano, monaco pellegrino d’origine irlandese, a diffondere la viticoltura in questi luoghi, convertendo la popolazione al cristianesimo. Ma le anfore romane ritrovate durante alcuni scavi dimostrano che anche qui la cultura del vino è molto più antica.  
 
San Colombano oggi
Benché non goda più della nomea di un tempo, questa piccola cittadina rimane una delle mete per le gite fuori porta dei Milanesi. I suoi colli soleggiati, la sua cucina appetitosa, il suoi vini, i suoi edifici storici e le terme ne fanno una località amabile a due passi dalla metropoli.
 
Le belle rovine del castello medioevale dominano l’abitato, con le sue chiese di varie epoche e il suo portone monumentale secentesco. San Colombano dispone anche di stabilimenti termali, sfruttati soltanto dal 1926. I suoi colli sono stati insigniti del riconoscimento di parco agricolo naturale dal 2002, e offrono diversi itinerari per le escursioni.
 
 
Il vino di San Colombano
La collina tocca un’altitudine di 147 metri. Il rilievo argillo-calcareo del pliocene ha evidenti ondulazioni, ma i vigneti migliori sono orientati in pieno sud, di fronte agli Appennini che si scorge all’orizzonte.
 
San Colombano vanta una tradizione viticola rustica, tendenzialmente disdegnata dal mercato attuale. A torto. I suoi vini rossi – prodotti essenzialmente da un taglio di barbera e croatina – sono talvolta frizzanti, come vuole la tradizione padana. Vivaci e leggeri, non sono certamente dei grand cru, ma vini piacevoli, fatti per abbinarsi alla cucina lombarda tradizionale basata su lunghe cotture, sul risotto e sul burro.

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